(Adnkronos) – “Ora sto in viaggio per tornare a casa, è stata un’esperienza fortissima ma sono orgoglioso di me stesso. Pace”. Con queste parole affidate a una ‘storia’ su Instagram, Jorit, lo street artist napoletano celebre in tutto il mondo per i suoi volti segnati da due linee rosse sulle guance, chiude la sua esperienza in terra Ucraina.
A Mariupol, città martoriata dalla guerra, nei giorni scorsi ha realizzato la sua ultima opera: il volto di una bambina su uno dei palazzi rimasti in piedi. Ma a far scalpore sono state più dell’opera le frasi con cui l’artista ha accompagnato, sul suo profilo social, la realizzazione del murale che spiegano anche il senso dell’opera.
“Ci hanno mentito su Vietnam, ci hanno mentito sull’Afghanistan, ci hanno mentito sull’Iraq, ci hanno mentito sui Balcani e ci hanno mentito sulla Libia e sulla Siria. E ora ho le prove: ci stanno mentendo anche sul Donbass. Qui l’etica non c’entra nulla, diffidate da quelli che vorrebbero farci la morale, hanno le mani sporche di sangue. Qui non c’è nessuno da liberare. È tutto l’esatto opposto di quello che ci raccontano in TV”, scrive l’11 luglio annunciando il suo arrivo in Ucraina con un video in cui si vedono comparire sulla parete del palazzo scelto per l’opera, una serie di frasi, probabilmente le stesse riportate nel post che continua: “La resistenza che avremmo dovuto appoggiare è quella del popolo del Donbass che lotta da 8 anni per liberarsi da un regime; quello di Kiev che di democratico oramai non aveva più niente. Questo è soltanto uno sporco gioco fatto per interessi economici. Dopo la Russia vorranno la Cina. Ci dicono che mandano missili spendendo miliardi di euro perché sono buoni e altruisti, ma i bambini del Donbass sono stati sotto le bombe per 8 anni e in quel caso nessuno ha mosso un dito. Per queste persone alcuni bambini sono più uguali degli altri. Ps: anche se siamo abbastanza lontani dalla linea del fronte, qui a Mariupol è difficile procurarsi una sim per l’accesso ad internet, spero nei prossimi giorni di riuscire a raccontarvi qualcosa in più”.
E ieri a opera terminata, accanto alla foto dell’enorme volto della bambina realizzato in bianco e nero, Jorit rilancia con un nuovo post. “Cosa fare con questi otto milioni di russi che sono rimasti in territorio ucraino?”, è la domanda a cui l’artista risponde con le citazioni di un’ex premier e un ex presidente ucraini: “‘Bisogna tirargli una bomba atomica’ – Julija Tymošenko, Primo ministro dell’Ucraina nel 2005 e nuovamente dal 2007 al 2010. ‘I nostri figli andranno negli asili e nelle scuole, i loro vivranno nelle cantine’ – Petro Porošenko presidente dell’Ucraina dal 2014 al 2019”.
Una presa di posizione netta che l’artista rivendica con forza anche nel suo ultimo messaggio social: “Siamo dalla parte giusta della storia – scrive oggi – per la pace, per un mondo multipolare e più democratico per la fine della dittatura dell’Occidente imperialista. L’umanità è in cammino verso un mondo migliore e si ricorderà di noi che nel nostro piccolo abbiamo dato il nostro contributo. Viva la tribù umana. Vinceremo”.