TERRORISMO – PER I NOSTRI 007: ‘L’ITALIA È A RISCHIO, MA LA MINACCIA NON È EVIDENTE. TEMIAMO PIÙ L’AZIONE DI UN LUPO SOLITARIO E MONITORIAMO A 360 GRADI’

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    La minaccia del terrorismo nel nostro Paese è reale anche se, grazie anche all’incessante impegno della nostra intelligence, la sua ombra non riesce ancora  a scurire loe nostre giornate. Se ne è parlato nel corso dell’audizione del Copasir, dove si è fatto il punto sulla situazione relativa all’allarme terrorismo internazionale in Italia. Come ha spiegato Mario Parente, numero uno dell’Aisi (i servizi interni), “La minaccia non è concretamente in evidenza, ma l’Italia è a rischio, per questo sono state “potenziate le attività di intelligence”. Il gran lavoro dei nostri servizi guarda in ogni direzione, non ultimo, soprattutto nel controllo capillare del web, non trascurando anche l’impatto della variabile psicologica che, alla luce degli ultimi attacchi in Francia e Germania, inizia a rappresentare un fattore da analizzare sotto nuova luce. “Il Paese come tutto l’occidente è nel mirino dei terroristi, abbiamo innalzato i livelli di controllo”, ha dichiarato il presidente del Copasir, Giacomo Stucchi, lasciando San Macuto al al termine dell’audizione.  “Sono stati innalzati il livello di controllo su luoghi diversi dagli hard target, comprendendo ora siti che prima non erano inseriti nella lista. I luoghi di aggregazione sono tantissimi– ha ggiunto avverte il senatore leghista -impossibile controllarli tutti, ma il dispositivo è stato potenziato”. Dal canto suo, il numero uno del Copasir pensa che sia “più probabile, anche da noi, l’iniziativa di un singolo lupo solitario, meno quella di cellule strutturate”, ricordando come i foreign fighters, ’nostri’ sono ’110, meno di venti quelli con passaporto italiano”. Entrando poi nel merito delle attività antiterrorismo, Stucchi ha spiegato come siano “tanti i soggetti che controllanonon solo i luoghi di aggregazione classici, come le moschee e i centri culturali islamici, ma anche bar, kebab, e quei posti dove ci si incontra e si può parlare di eventuali piani terroristici”.

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