Ogni operazione o blitz ai danni della criminalità organizzata frutta decine di milioni di euro, cifre impressionanti che se messe insieme sfiorerebbero lammontare di una mini finanziaria. E nellambito di queste cospicue confische, salta agli occhi quella relativa l’operazione ’Reghion’, lultima in ordine di tempo, operata provinciale dei carabinieri di Reggio Calabria nellambito alla lotta alla Ndrangheta. Dieci arresti (otto in carcere e due ai domiciliari) e sequestro di beni per un valore che sfiora i 43 milioni di euro (tra i quali 15 società e due attività commerciali), nel corso di un blitz che interessato le province di Reggio Calabria, Roma, Milano, Brescia e Crotone.Tra i fermati, immancabili funzionari pubblici, dirigenti e imprenditori con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione e turbativa d’asta. Dalle indagini condotte dai militi è emerso che un vero r proprio comitato d’affari gestiva la macchina amministrativa comunale nellinteresse della ’ndrangheta e riusciva a orientare appalti multimilionari di lavori pubblici, eludendo la normativa antimafia, in favore di holding imprenditoriali riconducibili alla ndrangheta. Numerosi gli appalti finiti sotto la lente dingrandimento della Giustizia. Non ultimo, quello relativo alla gestione della fornitura e depurazione dell’acqua a Reggio Calabria.
M.