Come il premier ha detto nella sua dichiarazione davanti alla Camera dei Comuni il 27 giugno, il referendum ha rappresentato il più grande esercizio di democrazia della storia britannica con oltre 33 milioni di persone che si sono pronunciate con il proprio voto”. Dunque l’esito va rispettato. Ormai è andata così: il governo britannico ha sciolto il nodo sulleventuale possibile ripensamento sugli esiti, da molti contestato, del Brexit: non si torna indietro. Naufragano dunque le (fragili) speranze di oltre 4 milioni di inglesi, che si era affrettati a firmare una petizione per invitare gli istitutori ad indire un nuovo referendum. Attraverso un comunicato ufficiale, riporta il quotidiano ’Independent, il Foreign Office ha dichiarato che “la decisione deve essere rispettata”. Nello specifico, i promotori chiedevano al governo “di applicare una regola secondo la quale, se il voto (in favore dell’uscita o della permanenza dalla Ue) ha ottenuto meno del 60% dei votanti con un tasso di affluenza alle urne inferiore al 75%, si ha diritto a un altro referendum. Il Foreign Office conclude poi la sua nota spiegando che “Ora dobbiamo preparare il processo di uscita dalla Ue, e il governo è determinato a garantire, in queste negoziazioni, il miglior risultato possibile per i cittadini britannici”.
M.