I numeri circa gli infortuni e le morti sul lavoro, enunciati stamani da Massimo De Felice, presidente dellInail, nella relazione annuale, mettono comunque paura. Nel 2015 nel nostro Paese gli infortuni mortali accertati sono stati 694, registrando una flessione del 2% rispetto allanno prima. Degli 382 incidenti mortali, il 55% sarebbe avvenuto al di fuori dellazienda. In calo gli incidenti denunciati: nel 2015 sono stati circa 637mila, circa il 4% in meno rispetto al 2014, e del 22% rispetto al 2011. Infortuni che hanno però comportato 11 milioni di giornate di inabilità, con costo a carico dellInail; in media 82 giorni per infortuni che hanno provocato menomazione, circa 20 giorni in assenza di menomazione. Crescono invece le denunce di malattia: ne sono sono state circa 59 mila (circa mille e 500 in più rispetto al 2014), con un aumento di circa il 24% rispetto al 2011. Ne è stata riconosciuta la causa professionale al 34%, il 3% è ancora in istruttoria. Il 63% delle denunce è per malattie del sistema osteomuscolare (cresciute del 46% rispetto al 2011). Le denunce riguardano le malattie e non i soggetti ammalati, che sono circa 44 mila; di cui circa il 39% per causa professionale riconosciuta. Sono stati poco meno di 1.600 i lavoratori con malattia asbesto-correlata. I lavoratori deceduti nel 2015 con riconoscimento di malattia professionale sono stati 1.462 (il 27% in meno rispetto al 2011), di cui 470 per silicosi/abestosi (l85% è con età al decesso maggiore di 74 anni). Il dato che davvero preoccupa sono le irregolarità riscontrate nelle aziende visitate: su 20.835 aziende sottoposte a controlli (il 67% del terziario, il 29% del settore industria) ben l87,4% sono risultate irregolari. Sono stati regolarizzati 61.333 lavoratori (più del 3% rispetto al 2014), di cui 54.771 irregolari e 6.562 in nero. Ci si domanda dunque: quanti infortuni in nero sono stati omessi?
M.