Home ATTUALITÀ Riforma Giustizia, Nordio: “Magistrati non possono criticare leggi”

    Riforma Giustizia, Nordio: “Magistrati non possono criticare leggi”

    (Adnkronos) – Rapporto malsano tra politica e magistratura? ”Non lo direi ma c’è stato un rapporto molto conflittuale sin dall’inizio dell’operazione Mani pulite, a cui ho partecipato anch’io’ perché tra il ’92-94 ho indagato tutta la parte veneta di Tangentopoli. Certo quando le indagini hanno come oggetto personaggi politici questo conflitto emerge ma quel che è patologico in Italia è che molto spesso la politica abbia ceduto alle pressioni della magistratura sulla formazione delle leggi. Non è ammissibile, il magistrato non può criticare le leggi come il politico non può criticare le sentenze. E’ un principio elementare della divisione dei poteri. Ascoltiamo tutti ma poi il governo propone e il Parlamento dispone”. Così il ministro Carlo Nordio a Sky TG24, nel giorno in cui il ddl sulla riforma della Giustizia arriva al tavolo del Consiglio dei ministri. Il ddl, spiega ancora Nordio, era ”calendarizzato per oggi secondo un cronoprogramma concordato con la presidente Meloni da un paio di mesi”, è una ”coincidenza che avvenga con la dolorosa notizia della morte di Berlusconi. Se da un lato è un tributo per la sua battaglia per una giustizia più giusta, dall’altro c’è il rammarico di impedirgli di assistere al primo passo verso una riforma radicale della giustizia in senso garantista che lui auspicava”. 

    ”Il reato dell’abuso d’ufficio è stato modificato varie volte negli ultimi anni ma sono continuate le iscrizioni nel registro degli indagati e le informazioni di garanzia che costituivano il vero motivo della ‘paura della firma’, per cui sindaci e amministratori non firmavano più nulla. Un danno gravissimo anche dal punto di vista economico che si riserva sul cittadino”, ha poi aggiunto il ministro, continuando con un commento alle parole del magistrato Nicola Gratteri: ”Mi stupisce che un magistrato parli di reato spia e ammetta che non è servito a nulla perché su 5mila indagini sono state pochissime le condanne. Vorrei insegnare a questo collega che un reato o c’è o non c’è, non è che puoi andare a cercare a strascico qualcosa cercando che sia la spia di un altro reato. In realtà i reati di abuso d’ufficio è una fattispecie così evanescente e così carico di conseguenze dannose che, nonostante sia stato mutato varie volte, ha sempre continuato a portare conseguenze perniciose”. ”Dal punto di vista tecnico – ha sottolineato il ministro – parlare di reato spia è una cosa impropria”.