(Adnkronos) – La cosiddetta Generazione Z include i nati nel periodo tra la seconda metà degli anni 90 e il primo decennio del 2000. Si tratta della prima generazione ad essere cresciuta con le nuove tecnologie digitali e i social media, un aspetto che ha influito in maniera determinante sull’approccio alla quotidianità, i consumi e le aspettative nei confronti del lavoro. In effetti una delle caratteristiche essenziali della GenZ è di avere una sorta di doppia identità, una fisica e l’altra digitale, il cui equilibrio è piuttosto delicato e può essere causa di incertezze e frustrazione. Fragili e ansiosi, dunque, ma anche determinati a sviluppare il proprio potenziale per raggiungere obiettivi professionali importanti.
“Si tratta di una generazione dalle molteplici potenzialità anche in ambito lavorativo e cresciuta con la grande aspirazione, determinata in parte dai modelli che vedono sui social media, di poter diventare un giorno degli imprenditori. È una generazione, di conseguenza, che guarda con particolare interesse a quelle aziende in grado di offrire loro le competenze necessarie per sviluppare spirito imprenditoriale, talento e personalità anche in ottica di team”, commenta Fabio Dotti, business transformation leader di EY Emeia.
I giovani della Generazione Z hanno un forte impatto sul mercato e sui consumi considerando che solo in Italia sono circa 8,9 milioni, mentre a livello di consumi globali rappresentano una quota pari al 40%. Per meglio comprendere la portata della GenZ, si pensi che il reddito stimato, attualmente di circa 7 trilioni di dollari, possa raggiungere 33 trilioni di dollari nel 2030, con una crescita più rapida di qualsiasi altra fascia demografica. Un altro aspetto che riguarda i giovani è la particolare sensibilità verso i temi ambientali, considerati di fondamentale importanza per un futuro più sostenibile.
Nonostante ciò, secondo l’osservatorio sulla generazione Z di EY, la maggioranza schiacciante, pari al 96%, dichiara di non riuscire ad attuare azioni sostenibili per motivi economici. La sensibilità ambientale si traduce anche in scelte più green nei confronti dell’alimentazione; ad esempio, circa il 30% del campione dichiara di voler ridurre il consumo di carne e derivati di origine animale, mentre il 45% consuma solo latte vegetale. Il mondo del lavoro è l’ambito in cui la Gen Z esprime maggiormente le sue contraddizioni tra voglia di emergere e incertezze.
Se infatti il 59% si sente in apprensione per le responsabilità professionali, molti si dichiarano convinti nel voler scegliere un percorso imprenditoriale, con la principale motivazione di volersi sentire importanti. Rispetto alla scelta di un lavoro, inoltre, risulta fondamentale il corretto bilanciamento tra attività professionale e vita privata: il 57% preferisce un’attività lavorativa che permetta di ritagliare del tempo per sviluppare progetti e passioni personali.
Nell’approccio alla carriera, infine, la soddisfazione personale e l’opportunità di crescita vengono considerati prioritari rispetto alla sfera retributiva.