Ormai fagocitati dallinarrestabile ondata social, siamo divenuti materia di scambio al pari di un gregge da gestire in termini di ritorni economici e produttività. Accade così che, senza farci troppo caso, le nostre vite, i nostri dati, passano di mano in mano indipendentemente dal reale uso che poi ne viene fatto. E fortunatamente lAntitrust veglia su tutto ciò ed oggi, giunge notizia che ha apertodue procedimenti istruttori nei confronti del trafficatissimo WhatsAppper presunte violazioni del Codice del Consumo. Come spiega lAuthority, il primo procedimento è volto ad accertare se la società americana abbia di fatto costrettogli utenti di WhatsApp Messenger ad accettare integralmente i nuovi Termini contrattuali, in particolare la condivisione dei propridati personali con Facebook, facendo loro credere, con un messaggio visibile all’apertura dell’applicazione, che sarebbe stato, altrimenti, impossibile proseguire nelluso dellapplicazione medesima. Questo perché, come rivela giustamente l’Antitrust, sarebbe stato, peraltro, rafforzato dalla prespuntatura apposta sull’opzione ’Facebook’ in una schermata di secondo livello alla quale lutente accedeva,dal messaggio principale, tramite apposito link. Laltro procedimento istruttorio è diretto ad accertare la vessatorietà di alcune clausole inserite nei ’Termini di utilizzo’ di WhatsApp Messenger riguardanti, in particolare, la facoltà di modifiche unilaterali del contratto da parte della società, il diritto di recesso stabilito unicamente per il Professionista, le esclusioni e le limitazioni di responsabilità a suo favore, le interruzioni ingiustificate del servizio, la scelta del Foro competente sulle controversie che, ad oggi, è stabilito esclusivamente presso Tribunali americani. Meno male che ogni tanto qualcuno ci riporta con i piedi per terra
M.