(Adnkronos) – Domani, 21 maggio, alle ore 17.30, tutti i riflettori dell’ippica internazionale saranno puntati sull’Ippodromo Capannelle, per la 140mo edizione del Derby Italiano del Galoppo, la madre di tutte le corse come è ormai definita. Una storia meravigliosa iniziata nel 1780 grazie alla genialità di Mr Stanley, dodicesimo conte di Derby. Da allora vincere il Derby è stato il sogno di ogni operatore ippico, allevatore, proprietario, allenatore e fantino. L’albo d’oro della corsa ci consegna i nomi dei cavalli che hanno scandito la Storia del turf italiano ed internazionale. Attraverso il Derby possiamo anche scrivere la storia del nostro galoppo, anche attraverso le assenze, Nearco infatti l’ha vinto, Ribot non l’ha potuto correre. Succede perché il Derby offre una sola chance, a tre anni e poi mai più. La ragione forse del suo più autentico fascino.
Il 140° Derby Italiano del Galoppo sarà l’evento più importante del derby day, ma il ricco pomeriggio di corse offrirà un programma davvero straordinario. Ben tre saranno le pattern in programma: il Premio Carlo D’Alessio, corsa di gruppo III riservata agli anziani sulla distanza classica dei 2400 metri, il Premio presidente della Repubblica intitolato al Campus Biomedico, che in occasione del suo trentennale inaugura il 12 giugno la prima Summer School italiana in medicina e chirurgia insieme a un secondo percorso nelle materie Stem, gruppo II per gli anziani di 4 anni e oltre sui 1800; e per finire naturalmente il Derby italiano del galoppo. Quindi il Premio TudinI, listed per cavalli di 3 anni e oltre sulla distanza di 1200 metri, il Premio Alessandro Perrone, altra listed race con le femmine di due anni protagoniste sui 1100 metri, e il Premio Mauro Sbarigia, ultima listed di giornata per i tre anni sul miglio.
Il Derby Day alle Capannelle è festa per tutti, uno dei giorni che per 140 volte hanno fermato la città, fin da quando si disputava il giovedì, prendendo spunto da quanto accadeva in Inghilterra dove il gran giorno era il mercoledì. Poi, dalla metà degli anni ’70, ha trovato la definitiva collocazione nella domenica. Il Nastro Azzurro sarà la sesta corsa di giornata e sarà anche seconda tris. In pista scenderanno alcuni tra i più celebrati fantini internazionali capeggiati da Lanfranco Dettori, che se la vedrà con Oasin Murphy, Christian Demuro (5 vittorie del Derby nelle ultime 8 edizioni), Andrea Atzeni, Gerarld Mossè, Dario Vargiu, solo per citarne alcuni. E poi i più attesi, i cavalli, i grandi meravigliosi protagonisti della madre di tutte le corse. Si rimette in gioco, dopo aver vinto il Parioli, Vero Atleta e con lui il compagno Amabile. Fresco di affermazione molto incoraggiante in Inghilterra Relentless Voyager, che dovrà vedersela con l’agguerrita batteria di cavalli tedeschi: dalla Germania (ma con carriera italiana) Winning Spirit, che ha vinto Campobello e Filiberto il canonico viatico per il Nastro Azzurro, oppure Sirjan, fresco di ottimo piazzamento a Longchamp, e per finire Lips Freedom. La grande speranza italiana si chiama Enigma dei Grif, dirompente nel Botticelli, mentre Goldenas ha nel carniere il San Giuseppe. A completare il lotto dei 12 partenti Arabian Legend, Certaldo, Cusano e Jugando, tutti con buone opportunità.
Non soltanto Nastro Azzurro nel ricco pomeriggio di Capannelle: ben nove corse, da 1100 a 2400 metri, tre prove di gruppo, tre listed, un Handicap Principale, due corse per dilettanti, questo il menu sontuoso di giornata. Il Premio Presidente della Repubblica – Campus Biomedico è parte della storia secolare del nostro turf. Prima del secondo dopoguerra si chiamava Omnium e nella sua storia ha vissuto su varie distanze fino a trovare la sua ultima collocazione sui 1800 metri. Anche questa corsa ha il suo straordinario albo d’oro, oggi è pattern di secondo gruppo, programmata come terza corsa alle 15.30. Al via sei protagonisti di assoluto valore: Skalleti, campione consacrato da vittorie e imprese sulle più celebrate piste europee; Sean, ospite tedesco fresco laureato al milanese Ambrosiano; sempre dalla Germania See Hector, che su questa pista lo scorso anno vinse il Parioli; il campione in carica Cantocorale; il più in forma di tutti e in netta ascesa Bahia del Sol; e per finire il plurilaureato di listed Frozen Day. Sarà anche in questo caso una prova di alto spessore e per palati fini.
La terza pattern in programma nella giornata sarà il Premio Carlo D’Alessio, gruppo III nel ricordo di un gigante del galoppo mondiale. In pista alle 14.55 (seconda corsa di giornata) gli anziani sulla distanza dei 2400 metri. Si annuncia una delle più entusiasmanti corse del pomeriggio grazie ai suoi 14 protagonisti, un numero che mai si era registrato in questa pattern. Il protagonista più atteso è Tempesti, runner up generoso nel Derby dello scorso anno. Contro il campione di Dormello, ecco pronti allo sgambetto tutti gli avversari possibili: Bridge Jazzarat, Brigante Sabini, Bukhara, Cime Tempestose, Dreams, Flag’s Up, Fortunino, Il Grande Black, Niagaro, Prince Appeal, Rio Natal, Sadaalsud e Tramaglino.
Per quanto riguarda le listed (sono tre nel pomeriggio) si parte con la disputa del Premio Alessandro Perrone, riservato alle sole femmine di due anni sui 1100 metri. Una prova che ha sempre lanciato verso traguardi internazionali parecchie vincitrici importanti e che ricorda non soltanto l’editore e direttore de Il Messaggero ma anche un eccezionale proprietario che in dieci anni seppe disegnare un meraviglioso percorso di affermazioni internazionali purtroppo interrotto da una scomparsa precoce. Saranno 12 al via, prima corsa alle ore 14.15.
Il premio dedicato alla famiglia Tudini, altra listed del pomeriggio, ricorda in Giuseppe il fondatore, in Ugo e Piero i continuatori di una passione che ancora oggi è viva grazie alla giubba più che centenaria, i colori di Roma della Aterno. I 1200 metri ci consegnano un confronto intergenerazionale sempre entusiasmante e di buona valenza tecnico. È in programma alle ore 18.45, sarà l’ottava corsa della giornata ed anche seconda tris grazie alla massima incertezza garantita dai 12 al via, capeggiati da chi questa corsa l’ha già vinta, Agiato. Avversari impegnativi saranno Beau Shadow, Ghepardo da Todi, I Know Why, Il Sindacalista, Noble Title, Prestbury Park, Raifan, Royal Lea, Norkeling, Talentuosa e Thunderblack.
La terza listed di giornata, quarta corsa sul miglio alle ore 16.10, sarà il Premio Mauro Sbarigia, splendido tecnico, appassionato, giornalista di rango, cantore del galoppo e del trotto. Al via saranno in 13, tutto il meglio possibile tra i tre anni, in particolare alcuni reduci dal Parioli come Blatant, Chico Losco, Wide Sea, Klimt Foundation, Saputello, Passion Grey. Tra i protagonisti anche Monaldo, Conte di Galles, Il Frantoio, Mangiafuoco, Sopran Blakey, Strand’s of Glory e Tagetes.
In programma anche due corse per i dilettanti, il Premio Arnaldi, definito il Derby dei Gentlemen e delle Amazzoni sulla distanza dei 2400 metri, quinta corsa alle 16.45; e il Premio World Fegentri Lady Riders, prova riservata alle amazzoni, settima corsa alle 18.10 sui 1700 metri.
A completare il cartellone dell’eccezionale convegno del Derby Day, il Premio Edmondo Botti, HP previsto alle ore 19.20 come nona e ultima corsa, gran TQQ con la bellezza di 16 protagonisti, il modo migliore per concludere una giornata indimenticabile.
La leggenda del Derby nasce nella seconda metà del 1700, una storia affascinante che con il tempo ha assunto i contorni della leggenda, grazie all’intuizione di Mister Stanley, dodicesimo Conte di Derby, capace insieme alla moglie e a un numero ristretto di amici appassionati di corse e di cavalli di mettere a punto e definire i dettagli della madre di tutte le corse: solo per i tre anni e sui 2400 metri.
L’idea poi si estese anche a una corsa per le sole femmine, sempre di tre anni ed ancora sui 2400 metri, cui fu dato senza discussione il nome di Oaks, mutuato da un fascinoso gruppo di querce che dominavano la piana di Epsom, la località scelta dal Conte di Derby tra le tante terre in suo possesso.
La questione del nome non fu pacifica poiché Lord Bunbury, anche membro della Camera dei Comuni Inglese, pretese a pieno titolo di voler dare il proprio nome alla corsa. Ne aveva diritto giacché tra tutti gli amici era di gran lunga colui che era dotato delle maggiori cognizioni tecniche in materia e soprattutto era a lui che si dovevano i reali parametri della corsa, ovvero la limitazione ai tre anni e la distanza. Certamente il Conte di Derby metteva i terreni e la cosa assumeva un peso non indifferente, tuttavia il gruppo di appassionati ritenne meritevoli entrambi i promotori di dare il proprio nome a quella che sarebbe diventata la corsa più importante al mondo. Fu necessario il sorteggio ed il lancio della moneta favorì Mr Stanley, il Conte di Derby. Per Bunbury fu l’oblio (anche se un suo cavallo vinse la prima edizione della corsa), per Lord Derby la gloria eterna.
In ogni parte del mondo si corre un Derby e l’Italia non sfuggì a questa regola, seppur con quasi 100 anni di ritardo. Nel 1884 alle Capannelle, alla presenza di Re Umberto, si disputò la prima edizione della “classicissima”, recensore d’eccezione su un quotidiano dell’epoca Gabriele D’Annunzio. Vinse Andreina che, osò scrivere lo stesso Vate, pare fosse in parte di proprietà dello stesso Re Umberto.
Gli Albi D’Oro dei Derby di tutto il mondo sono ovviamente ricchi di nomi illustri, cavalli e personaggi che hanno fatto la storia dell’ippica. Non fa eccezione quello del Nastro Azzurro Italiano, nel quale spicca una presenza, Nearco, il più grande di tutti i tempi che lo corse e ovviamente lo vinse, ma anche un’assenza, Ribot, il cavallo del secolo che fu costretto a non correre.
Impossibile non citare i nomi di campioni internazionali (il nostro Derby fu riservato solo ai nati in Italia per un secolo, fino al 1981) come Apelle, oppure Ortello, e poi ancora Crapom che fu sconfitto dal compagno Pilade, o ancora Donatello e ovviamente Nearco, Bellini e Niccolò Dell’Arca o il grandissimo Orsenigo. A prima della guerra risale l’ultima vittoria rosa: spetta ad Archidamia nel 1936, ma nel ’32 vinse un’altra eccezionale femmina, Jacopa del Sellaio.
L’ultima edizione, quella del 2022, è stata animata fin dalla vigilia dal duello italo-tedesco tra Tempesti, il pupillo della Razza Dormello Olgiata e Arkadan, l’ospite tedesco della Darius Racing, già vincitore sulla pista del Berardelli a due anni. A trionfare al traguardo è stato quest’ultimo, bravo a sgusciare all’interno di Tempesti e aggiudicarsi il Nastro Azzurro. Alle loro spalle Frozen Day, animatore della corsa, buon terzo davanti a Emperor of Love.