(Adnkronos) – La radioterapia oncologica è sempre più mirata “capace di colpire un tumore anche molto piccolo, in qualsiasi distretto del corpo, senza danneggiare altri tessuti”. Aiutata da una diagnostica per immagine “a cui oggi difficilmente sfugge una neoformazione anche piccolissima”. Una ‘rivoluzione’, che “ha migliorato in pochi anni enormemente le ‘performance’ della disciplina, spinta “dal rapidissimo progresso della tecnologia e dell’intelligenza artificiale”. A tracciare il quadro per l’Adnkrono Salute è Piercarlo Gentile, direttore di radioterapia oncologica all’ospedale Villa San Pietro di Roma.
“In questi anni – sottolinea Gentile – si è determinato un forte incremento della qualità dei trattamenti di radioterapia”. Per quanto riguarda “le immagini diagnostiche siamo ormai in grado di evidenziare elementi tumorali molto piccoli. Abbiamo a disposizione molti esami strumentali, che vanno dalla Risonanza magnetica a esami Pet-Tac di alta qualità, con traccianti super specialistici a Tac ad altissima velocità e precisione. Siamo in grado di determinare tumori sotto il centimetro: tra 5 millimetri e un centimetro è difficile che una formazione sfugga alla capacità di intercettazione della nuova diagnostica per immagini e della nuova medicina nucleare”. Novità “messe al servizio di tecnologie molto sofisticate come la radioterapia moderna, capace di ‘colpire’, ovvero di indirizzare fasci di radiazioni molto piccoli, con una precisione millimetrica”.
Abbiamo quindi “una ‘grande capacità di fuoco’ insieme a una capacità di controllo sull’area bersaglio. Nel nostro ospedale Villa San Pietro Fatebenefratelli, per esempio, oggi lavoriamo con una macchina rivoluzionaria, un acceleratore lineare associato a una risonanza magnetica che permette di vedere in tempo reale, durante il trattamento, qualsiasi movimento del target all’interno del corpo. Se il bersaglio si muove la macchina si ferma e ripianifica i fasci in tempo reale, per colpire solo il bersaglio risparmiando i tessuti sani. Significa che il paziente avrà un trattamento radioterapico altamente efficace, con un uso di dosi terapeutiche precise, in pochissime sedute con una scarsa o inesistente tossicità, permettendo al paziente di mantenere la stessa qualità di vita di prima”.
La radioterapia “arriva dove la chirurgia non può arrivare. E può essere applicata a pazienti molto fragili e non candidabili alla chirurgia. Oggi la radioterapia – sottolinea Gentile – è l’alternativa più sicura e con efficacia uguale o superiore alla chirurgia. Nel tumore della prostata ha un’efficacia pari all’operazione chirurgica e non presenta effetti collaterali. Così come per i noduli polmonari, il fegato, il rene, il cervello. Oggi non abbiamo limiti all’utilizzo in qualsiasi distretto del corpo. Agisce però solo su tumore bersaglio non è quindi adatta a, pazienti plurimetastatici”.