(Adnkronos) – È il tarassaco, pianta spontanea dalle mille virtù e risorse, il protagonista della puntata odierna de Il Gusto della Salute, la rubrica online ideata e coordinata dall’immunologo Mauro Minelli referente per il Sud Italia della Fondazione per la Medicina Personalizzata, in collaborazione con Adnkronos Salute.
“Già i nativi americani sfruttavano le sue qualità per curare malattie del fegato o facilitare i processi digestivi- ricorda Marco Renna esperto di cultura popolare – e gli arabi ancor prima, al pari dei cinesi, lo usavano per elaborate particolari medicamenti. Da noi, fino a non molto tempo fa, il tarassaco era considerato il piatto dei poveri e, per questo, servito nelle tavole delle famiglie più modeste anche in occasioni importanti come, ad esempio, una promessa di matrimonio”
L’analisi nutrizionale è affidata alla biologa nutrizionista Ilaria Vergallo che ricorda le proprietà gastronomiche e salutari del tarassaco contenente fibre, molta acqua e zuccheri, oltre ai carotenoidi, pigmenti vegetali dal forte potere antiossidante. “Questa pianta è anche ricca di vitamine del gruppo A, C e B ed è interamente commestibile. Le foglie – avverte – più grandi possono essere mangiate cotte, mentre quelle interne e più piccole servono ad arricchire le insalate. Il fiore, invece, può servire per preparare marmellate e tisane. Le radici essiccate, infine, sono utilizzate per creare dei decotti depurativi”.
A Mauro Minelli il compito di inquadrare il tarassaco dal punto di vista salutistico, considerando che le sue qualità, dapprima valutate sulla base di dati empirici o esperienziali, sono state poidocumentate anche sul piano scientifico. “Almeno 10 i punti nei quali l’immunologo riassume le principali caratteristiche e funzioni del tarassaco, a partire dalla capacità di supportare il microbiota intestinale grazie al suo contenuto di inulina e fruttoligosaccaridi che hanno indiscusse proprietà prebiotiche. Ma l’inulina – ricorda Minelli – è anche in grado di facilitare le funzioni intestinali, regolando il transito e dunque conferendo alla pianta di cui è parte una discreta capacità lassativa. Al terzo punto Minelli colloca l’azione diuretica che il tarassaco svolge grazie al suo contenuto in potassio che aiuta l’organismo a liberarsi dei liquidi in eccesso.C’è poi la funzione depurativa e protettiva del fegato perché,soprattutto nelle radici della pianta, sono presenti tarasserolo e tarassicina, sostanze bioattive fortemente epato-protettive. Ancora, il tarassaco agisce sui livelli di colesterolo nel sangue grazie ad inulina e fitosteroli che favoriscono l’eliminazione del colesterolo attraverso la bile e ne inibiscono il riassorbimento in circolo a livello intestinale. Ma ha pure capacità ipoglicemizzanti, contribuendo a tenere sotto controllo i livelli della glicemia nei diabetici”.
“Nel tarassaco sono presenti lattoni sesquiterpenici che sono sostanze amare in grado di stimolare l’appetito e favorire le funzioni digestive. Ben note anche le capacità immunostimolanti che conferiscono al tarassaco la capacità di aiutare l’organismo a contrastare alcune infezioni batteriche”, sottolinea l’immunologo. Gli ultimi due punti del suo decalogo, Minelli li dedica alle interferenze farmacologiche “del tarassaco con antibiotici, litio, diuretici o altri medicamenti soprattutto metabolizzati dal fegato, e agli eventuali effetti collaterali come dermatiti allergiche o irritazioni della pelle che possono insorgere per via del contatto del tarassaco con la superficie cutanea di soggetti particolarmente sensibili”, conclude.