Entra nel vivo il procedimento penale per disastro ambientale a carico dei vertici di Acea Ato 2 per l’abbassamento del livello del lago di Bracciano del 2017. Oggi era infatti stata fissata la prima udienza dopo il rinvio a giudizio dei componenti del Consiglio di Amministrazione di Acea Ato 2 del 2017 retto allora da Paolo Tolmino Saccani.
Il Comitato per la Difesa del Lago di Bracciano, parte civile e firmatario dell’esposto dal quale presero le mosse le indagini, sarà presente in aula.
Come spiegano questi ultimi: “Non dovrà più accadere che una multinazionale che gestisce un bene comune come l’acqua faccia scempio di un bene protetto come il lago di Bracciano offendendo le comunità che lo abitano. A sei anni dai fatti mentre al lago manca ancora circa un metro d’acqua per raggiungere il livello dello zero idrometrico corrispondente all’incile del fiume Arrone non si ha notizia di alcun investimento di Acea Ato 2 sul territorio e sulla rete idrica, se non quella dell’acquisizione del sistema idrico integrato del Comune di Anguillara e di Canale Monterano del 30 settembre scorso”.
Ed ancora, “Il Comitato per la Difesa del Lago di Bracciano, tiene a ringraziare il proprio pool di avvocati – Simone Calvigioni, Francesco Falconi, Mario Lepidi Marco Marianello – che in modo del tutto volontario ha condotto ad una battaglia legale che ci ha dato ragione ai livelli più alti, sia dinanzi il Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche che in Cassazione. Ancora una volta ci appelliamo al ministero dell’Ambiente a richiedere il risarcimento danni ambientali; la normativa prevede che sia l’unico organismo a poterlo fare”.
Infine, un altro appello da parte del Comitato, è rivolto al Comune di Roma: “detentore del 51 per cento delle azioni, e ai romani affinché non si schierino più, come è accaduto con la giunta Raggi, a fianco di una multiutility che distribuisce dividendi senza farsi scrupolo di ridurre un lago protetto alla stregua di un mero invaso da sfruttare a piacimento”.
Max