Sconfitta e incerottata la Roma delle ambizioni e dei sogni scopre un’amara verità: impossibile organizzare una difesa senza Smalling. C’è una squadra col difensore inglese e un’altra senza, altro che solidità difensiva.
Così più dei 3 goal incassati a Bergamo contro un’avversaria diretta nella corsa Champions a far male sono gli infortuni in serie che rischiano di compromettere definitivamente questo finale di stagione su più fronti.
Dopo il difensore e Wijnaldum, la rosa con pochi petali perde
anche Llorente e Dybala, in campo a Bergamo per onor di firma e costretto a subire (impunito) un fallaccio di Palomino che colpisce la caviglia oltre che l’adduttore.
Se poi ci si mette anche Rui Patricio, non nuovo a certe imprese e autore di una papera clamorosa che segna definitivamente il match del Gewin Stadium con i giallorossi appena rilanciati dal gol di Pellegrini, è davvero notte fonda. E dire che i giallorossi non hanno nemmeno demerito.
Gara bloccata tatticamente e decisa da due episodi (ma quante volte la Roma ha vinto come gli orobici quest’anno?) figli non certo di sfortuna ma di carenze strutturali. Come la prima marcatura di palomino dove sbagliano in serie prima Abraham, incapace di tenere tra i piedi il pallone sulla pressione avversaria (ma che ci faceva l’attaccante in quella zona di campo?), poi Celik che consente il cross tagliente a Zapata e infine Ibanez, già in precedenza uccellato più volte da Ederson, e fuori zona al momento del tiro avversario.
Con Mourinho che fa inizialmente di necessità virtù lasciando a riposo quattro titolari per poi farli entrare in campo contemporaneamente dopo 15’ della ripresa. Nota di merito, e unico raggio di luce nella notte bergamasca, la prova di Pellegrini. Un bel goal, un palo su punizione e una presenza costante nelle trame giallorosse. Segno di una ritrovata condizione che ne fa l’uomo guida di questa sofferta parte di stagione.
Vengono i brividi a pensare che in una settimana, a partire da sabato, la Roma dovrà incrociare in sequenza Milan e Inter all’Olimpico e il Monza fuori casa. Con Mourinho che ha ribadito a fine gara l’impossibilità di schierare una difesa a 4 per mancanza di addestramento (anche se nell’ultima mezz’ora con l’Atalanta l’ha fatto) nelle gare successive e l’incubo Leao che popola sin d’ora il sonno dei tifosi giallorossi.
Passasse indenne questa settimana (ai giallorossi in fondo potrebbero bastare persino tre pari in attesa di tempi migliori), la Roma potrebbe riscoprirsi di nuovo col suo condottiero difensivo e pronta al rush finale. E pensare che qualcuno metteva in dubbio il suo rinnovo del contratto. Più che la Roma di Mourinho è la Roma di Smalling.
Le pagelle di Atalanta-Roma 3-1
Rui Patricio 4, Mancini 5,5 (dal 64’ Spinazzola 5,5), Llorente 5, Ibanez 4, Celik 5, Cristante 5,5, Bove 5,5 (dal 64’ Matic 6), Zalewski 5 (dal 64’ El Shaarawy 5,5), Solbakken 4,5 (dal 64’ Dybala 5,5), Pellegrini 7, Abraham 5,5 (dall’81’ Belotti ng).
All. Mourinho 5
Claudio Fontanini