(Adnkronos) – Con circa quattro chilogrammi di consumo personale annuo, il cioccolato è certamente il dolce più amato dagli italiani. A questa meravigliosa delizia è dedicata la puntata di oggi de il Gusto della Salute, la rubrica online curata dall’immunologo Mauro Minelli, responsabile per il Sud Italia della Fondazione per la Medicina Personalizzata, in collaborazione con Adnkronos Salute.
“La storia del cioccolato incomincia con la scoperta dell’America nel 1492, quando i conquistadores riportavano in Europa le fave di cacao – spiega Marco Renna, esperto di cultura popolare. Maya e Aztechi utilizzavano il cacao come moneta di scambio, talvolta considerata più preziosa dell’oro. In Italia il cioccolato diventa un’arte grazie al gustoso gianduiotto ideato a Torino da Paul Caffarel nel 1865”.
L’analisi nutrizionale è affidata alla biologa nutrizionista Dominga Maio, che ricorda le tipologie più diffuse di cioccolato, quello cosiddetto ‘fondente’, o ‘nero’ o ‘amaro’, fatto essenzialmente di purissima polvere di cacao, e quello ‘al latte’, che prevede l’aggiunta di latte e di zuccheri. In realtà, l’apporto calorico tra i due prodotti è più o meno simile, come analogo è il quantitativo di grassi e carboidrati. Il fondente però è ricchissimo di vitamine e sali minerali oltreché di antiossidanti come polifenoli e flavonoidi. È certamente una sostanza eccitante che ci tiene svegli e aiuta la nostra concentrazione. Anche per questo, aggiunge la biologa, il cioccolato è spesso suggerito perfino nei regimi dietetici più stretti.”
L’impatto clinico è a cura dell’immunologo Mauro Minelli che fornisce, del cioccolato, una descrizione particolareggiata, declinata in dieci punti chiave: “il primo riguarda i benefici al cuore e al sistema circolatorio perché il contenuto in flavonoidi e polifenoli aiuta a contrastare l’azione dei radicali liberi. Il punto due ha a che fare con il contenuto di grassi, proteine e fibre che, per esempio, contribuiscono a tenere basso l’indice glicemico di uno snack a base di cioccolato. Il terzo punto si riferisce al contenuto di acido oleico nel cioccolato amaro puro, utilissimo per regolare i livelli ematici di colesterolo, tenendo basso quello cattivo (LDL) e innalzando quello buono (HDL). Il quarto punto riguarda la capacità del cioccolato di far ben all’umore, grazie ad aminoacidi aromatici ad azione antidepressiva come il triptofano, questo alimento aiuta a contrastare ansia e aggressività e attenua il senso di stanchezza.
Nel punto successivo Minelli ricorda che il cioccolato, soprattutto quello derivante dalle fave di cacao dell’Ecuador o del Venezuela, contrasta la carenza di ferro. Al sesto punto è riportato il ruolo chiave per la memoria che gioca il cioccolato attraverso importanti quantitativi di fosforo, di gran lunga superiori a quelli che contiene il pesce; inoltre è di sostegno per allentare la fatica e tenerci svegli. Il punto sette esplora la capacità del cioccolato di dare sollievo in caso di tosse grazie alla teobromina in grado di inibire le terminazioni del nervo vago che, stimolato, induce la tosse. L’ottavo punto chiarisce il contributo del cioccolato alle dinamiche dell’amore, visto che è in grado di stimolare la sintesi di endorfine responsabili di tutte quelle sensazioni di benessere ed euforia che accompagnano la fase dell’innamoramento; tra l’altro il cioccolato è l’unico alimento presente in natura a contenere l’anandamide, la cosiddetta molecola della beatitudine, che è in grado di attivare i meccanismi dell’eccitazione, del piacere e del desiderio sessuale. Il nono punto si riferisce al gradimento del cioccolato da parte dei batteri presenti nel nostro intestino, capaci di trasformare i polifenoli che scaturiscono dal metabolismo del cioccolato in piccole molecole bioattive che, oltre a passare più facilmente nel sangue dove eserciteranno una funzione antiossidante a valore sistemico, sono anche in grado di influenzare positivamente le complessive attività del microbiota.
Al decimo punto, l’immunologo ammonisce sull’uso misurato del cioccolato che, se assunto in quantità esagerate, può portare a mal di testa o scatenare reazioni allergiche per via delle sue capacità istamino liberatrici, risultando tra l’altro assai poco compatibile con le persone allergiche al nichel”.