(Adnkronos) – “Un liberale non usa il giustizialismo, non confonde un avviso di garanzia con una condanna. Ma Calenda faccia quello che vuole”. Parola di Matteo Renzi, oggi a Quarta Repubblica su Rete4. “Io sono stato accusato, aggredito, insultato. E’ vero – continua il leader Iv – che faccio conferenze. Come succede a tanti altri ex-premier. E questa attività la facevo anche 6 mesi fa, quando a Calenda gli serviva il simbolo per non raccogliere le firme alle politiche… Io penso che quello che sia accaduto sia ingeneroso verso i tanti che vogliono votare Terzo Polo”, progetto fallito “per ambizioni personali” di qualcuno. “Basta con il fango” in questi giorni una “serie di figure ridicole”.
“Sulle frasi di Calenda su Silvio Berlusconi credo abbia fatto un’operazione politicamente miope e umanamente ingenerosa”, continua il numero uno di Italia Viva, che spiega: “Forza Italia è Berlusconi e Berlusconi è Forza Italia e lo dico a tutti quelli che parlano dei voti di Fi. Quella storia politica nasce dall’intuizione di un uomo che ha fatto pezzo di storia politica”.
Secondo Renzi, inoltre, la sinistra riformista “non ha nulla a che vedere con la Schlein. Io ho una visione riformista del Paese che non è quella massimalista di Schlein e nemmeno quella sovranista di Meloni”. Meloni vuole trovare una misura shock per le europee? “Le chiederò i diritti d’autore… Anche sulla nomine”, scherza, continuando:. “Non è stato il Pd, non è stato Conte, né il Terzo Polo ad aver fatto la migliore opposizione a Meloni. E’ stato Flavio Briatore, è stato lui ad aver detto che qui nessuno parla più di tasse”. Supera Giorgia Meloni a destra sulle tasse? “No è che io ho abbassato le tasse, lei no….”. “Io – ammette – la vedo bene sulla politica estera. Per il momento Meloni e Tajani stanno andando bene” mentre “credo che il governo abbia gestito malissimo la vicenda di Cutro. Sul tema immigrazione dipende come la metti. Non si confonde l’immigrazione con l’illegalità”.
Sul fronte Riformista, spiega, “farà il tentativo di alimentare le idee. Come ha sempre fatto la Leopolda. Il punto fondamentale non è aver paura di che idee, ma di chi non ne ha”.