I prodotti a base di tabacco sono i beni di consumo sottoposti alla più alta pressione fiscale, con tasse che spesso superano la metà del prezzo di vendita, e generano oltre 400 miliardi di dollari all’anno in proventi fiscali riscossi dai governi (tra cui Cina e Stati Uniti).
Gli Stati europei puntano a trovare un sistema comune per tassare le sigarette elettroniche, un business per ora soggetto solo all’Iva (20% contro l’oltre 50% di accisa sul tabacco). È quanto emerge dalla bozza di conclusioni del Consiglio Economia e finanza -Ecofin, in inglese Economic and Financial Affairs Council- redatta venerdì dal gruppo degli ambasciatori che si occupa di preparare le riunioni dei ministri.
Il documento, che dovrà essere approvato ufficialmente l’8 marzo dal Consiglio Affari economici e finanziari, evidenzia la necessità di trovare una soluzione “pratica e lungimirante” per la tassazione di “sigarette elettroniche, tabacco riscaldato e altri nuovi prodotti del tabacco”.
I ministri chiedono quindi alla Commissione di “esaminare possibili strade da percorrere attraverso l’introduzione di nuove categorie di prodotti”, in modo da facilitarne una “appropriata e medesima tassazione” e rimuovere “potenziali incongruenze e incertezza legale”.
I governi usano i proventi delle tasse sui prodotti a base di tabacco per raggiungere vari obiettivi. Le accise e altre misure fiscali sono utilizzate dai governi per generare utili. Anche le misure fiscali possono contribuire al raggiungimento degli obiettivi di salute pubblica attraverso la riduzione del consumo di tabacco.
In generale, i governi applicano tre tipi di tasse sul tabacco: l’accisa, una tassa sui consumi selettiva, solitamente applicata ad alcool, tabacco e carburanti e, in alcuni paesi, a una gamma di prodotti più ampia, che include bibite, caffè e tè; i dazi doganali, che riguardano solo i prodotti d’importazione; imposta sul valore aggiunto (IVA): tassa generale sui consumi che viene applicata su tutti i beni e servizi.
Gli Stati vorrebbero che la nuova proposta legislativa fosse presentata dall’esecutivo Ue nel 2017. L’iniziativa del Consiglio dei ministri Ue rientra all’interno di un processo più ampio di revisione e semplificazione della normativa europea esistente, che in questo caso riguarda la Direttiva 2011/64/UE del giugno 2011 relativa alla struttura e alle aliquote dell’accisa applicata al tabacco lavorato.
Federica Manetto