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Mare Jonio a Lampedusa tra ombre e polemiche: la nave Ong italiana che ha tratto in salvo 49 migranti è a Lampedusa tra contestazioni e polemiche e anche ombre circa il futuro: spunta la Gdf. In attesa di capire quali saranno i risolti dell’intervento della guardia di finanza a bordo della Mare Jonio la nave ong che batte bandiera italiana e che ha tratto in salvo 49 migranti provenienti dall’Africa, la situazione in una mattinata piuttosto convulsa è parsa a dir poco agitata per la Mare Jonio e le persone a bordo.

Mare Jonio a Lampedusa tra ombre e polemiche. La cronaca dei concitati minuti alle porte lampedusane

La nave Mare Jonio fa parte del progetto Mediterranea e poco dopo le 6 del mattino era stata scortata dalle unità di controllo italiane a fronte delle condizioni dei 49 migranti a bordo, tra quali pare che ce ne fosse uno in situazioni critiche: oltre a loro, anche 10 membri dell’equipaggio. Tutti soggiogati dal mare forza 7, e distanti solo un’ora da Lampedusa: ecco perché il capitano della nave disattende l’ordine di fermarsi.  Si instaura uno scontro verbale a distanza tra Finanza e mare Jonio. I finanzieri intimano alla nave con i migranti naufraghi di fermarsi: “Rimorchiatore Mare Ionio da pattugliatore guardia di finanza Paolini, vi intimiamo l’alt, fermate le macchine, arrestate i motori”. Nega questa possibilità, il capitano della Mare Jonio: “Non possiamo arrestare nessuna macchina, qui siamo in pericolo di vita comandante, ci sono tre metri di onda”. “Siamo in condizioni di pericolo di vita”, ripete. E nelle stesse ore, a largo della Libia, c’è un nuovo naufragio. Alle sette la Guardia Costiera garantisce alla nave di dirigersi a ridosso di Lampedusa e mezzora dopo si ferma a mezzo miglio dal porto lampedusano. E’ alle 8 circa che la guardia di finanza sale a bordo, ma l’ispezione non produrrà inadempienze. Tutto in ordine, pare. Parlando ai giornalisti nei minuti successivi, Luca Casarini, capo missione, confermerà la dinamica aggiungendo: “Abbiamo fatto presente che siamo in una situazione di emergenza con onde alte tre metri, 50 naufraghi a bordo oltre l’equipaggio. Dobbiamo mettere in sicurezza la vita delle persone per questo stiamo andando a ridossare verso l’isola di Lampedusa“. Anche il medico, Guido Di Stefano, corroborerà la verità sulla criticità delle condizioni a bordo: “I naufraghi a bordo continuano a vomitare nonostante le medicine, e ho difficoltà di farli uscire per andare al bagno perché é troppo pericoloso”