(Adnkronos) – “Ormai è un dato di fatto: la carenza di medici e infermieri rischia di far saltare la riforma della sanità territoriale messa in campo con il Pnrr e il decreto 77/2022 e crea seri problemi anche all’assistenza ospedaliera, soprattutto per quanto riguarda l’emergenza-urgenza, ma non solo. E l’attuale organizzazione del Servizio sanitario nazionale, con i suoi finanziamenti e le sue regole, non basta a risolvere a breve termine il problema che si ripercuote sull’assistenza ai cittadini”. Per questo le Federazioni degli Ordini dei medici (Fnomceo), degli Ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi) e delle Cooperative sanitarie e sociosanitarie rappresentate da Confcooperative Sanità hanno costituto un gruppo di lavoro congiunto “per affrontare il tema della carenza, con lo sviluppo delle professioni mediche e infermieristiche anche attraverso lo strumento cooperativo”.
L’intesa, formalizzata oggi – spiega una nota – prende da subito le distanze dalle modalità di ingaggio del personale medico e infermieristico con metodi che favoriscono pratiche speculative ai danni del Ssn, senza programmazione, con impatti negativi sugli assistiti, sui professionisti, sugli operatori privati e sul sistema nel complesso, e si pone anche l’obiettivo di sorvegliare sulle norme che distinguono l’appalto di servizi dalla somministrazione di personale per evitare il ricorso a procedure di gara al massimo ribasso, applicando i minimi contrattuali previsti dai contratti sottoscritti dalle parti sociali più rappresentative a livello nazionale. Questo a tutela dei professionisti, della cooperazione tra di essi, ma soprattutto degli assistiti, per preservare qualità, disponibilità, metodi di ingaggio degli operatorie tempestività dei servizi.
Confcooperative Sanità, Fnomceo e Fnopi metteranno a punto proposte condivise, anche normative, per contribuire alla soluzione della carenza di professionalità sanitarie, soprattutto sul territorio (domicilio, centri diurni, residenze eccetera) seguendo 4 direttrici: la valorizzazione dell’attività libero professionale; la revisione degli attuali vincoli di esclusività con il Ssn; lo sviluppo di aggregazioni e organizzazioni degli operatori in cooperativa; la definizione di nuove professionalità sanitarie di aiuto e supporto, in particolare al personale infermieristico. Non dimenticando – precisano – la necessità di sostenere, riconoscere e implementare i percorsi formativi per valorizzare le professioni impegnate nell’assistenza sul territorio, comprese le collaborazioni con il mondo imprenditoriale e con le relative associazioni di rappresentanza.
Confcooperative Sanità, già dal 2010 – ricorda la nota – ha realizzato un modello integrato multi-professionale per mettere in rete il know-how e le professionalità coinvolte nell’assistenza (in tutto oltre un milione di professionisti). “Il tradizionale modello organizzativo è ormai inefficace per rispondere alle esigenze di salute della popolazione – sottolinea Barbara Mangiacavalli, presidente Fnopi – Il nuovo paradigma sanitario si fonda sulla costruzione di reti di prossimità territoriale, determinando uno spostamento dei setting assistenziali dai luoghi tradizionali di cura, come gli ospedali, verso strutture territoriali più sostenibili e accessibili che possano favorire l’integrazione sociosanitaria e la continuità dei percorsi. L’assistenza nel complesso deve essere caratterizzata dalla multi-professionalità e interdisciplinarità delle attività assistenziali e questo accordo ne è uno strumento, proposto da chi è in prima linea nell’assistenza, che politica e istituzioni non potranno ignorare”.
“L’accordo siglato oggi – afferma Filippo Anelli, presidente Fnomceo – si propone di far fronte alla carenza di professionisti, in ospedale e sul territorio, mediante la messa a punto di modelli organizzativi innovativi, flessibili, non lucrativi, sostenibili e sussidiari al sistema pubblico a beneficio dei cittadini. Modelli che rifuggano dalle distorsioni quali, ad esempio, le gare di appalto al massimo ribasso o i metodi che favoriscono pratiche speculative. Lo strumento è percorribile, ma dobbiamo stabilire delle regole”.
“Una netta presa di distanza da forme improprie di ingaggio del personale medico e infermieristico nel Ssn, la valorizzazione in chiave integrata del lavoro dei medici, degli infermieri e degli altri professionisti sanitari attraverso il modello cooperativo e una riflessione condivisa sul fronte della carenza di personale: con l’alleanza siglata oggi su questi tre punti – dichiara Giuseppe Milanese, presidente di Confcooperative Sanità – intendiamo dare un contributo concreto in un momento di affanno, ma anche di profonda innovazione, del nostro sistema di welfare sociosanitario. Sono convinto che tre organizzazioni come le nostre che decidono di lavorare insieme per proporre soluzioni concertate non può che essere una buona notizia per i professionisti che rappresentiamo, per il Ssn e, soprattutto, per le persone che assistiamo”.