(Adnkronos) – Sono quasi raddoppiati, negli ultimi due anni, gli accessi per disturbi del comportamento alimentare al pronto soccorso dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. Aumentati di oltre il 50% anche i ricoveri, passati dai 180 casi pre-pandemia (2019) a quasi 300 casi nell’ultimo anno. Mentre, più in generale, l’esordio di questi disturbi è sempre più precoce. Negli ultimi anni si è infatti registrato un abbassamento dell’età fino agli 8 o 9 anni. Alla vigilia della giornata nazionale del ‘Fiocchetto Lilla’, dedicata ai disturbi alimentari, l’ospedale della Santa Sede rende noti i dati di un fenomeno che coinvolge in Italia circa 3 milioni di persone e rappresenta nel mondo, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, la seconda causa di morte per le ragazze nella fascia di età tra i 12 e i 25 anni.
Nel dettaglio, nel 2021 e nel 2022 gli accessi al pronto soccorso del Bambino Gesù legati ai disturbi del comportamento alimentare sono cresciuti del 96,8% rispetto al biennio precedente (2019-2020), passando da 463 a 911. I ricoveri ordinari sono invece passati dai 362 del 2019-2020 ai 565 del 2021-2022 (+56%). In aumento anche i day hospital che sono passati da 1.062 a 1320 (+24.3%). L’andamento è confermato anche dal confronto tra i dati del 2019 (l’ultimo prima del Covid) con quelli del 2022, in cui gli accessi al pronto sono passati da 214 a 443 (+107,1%), i ricoveri da 180 a 279 (+55%) e i day hospital da 607 a 669 (+10,2%). Un trend che conferma l’aumento del disagio giovanile durante gli anni della pandemia.
“Il lockdown prima e le restrizioni della socialità dopo- spiega la dottoressa Valeria Zanna, responsabile di anoressia e disturbi alimentari del Bambino Gesù – hanno fatto da detonatore per un malessere che era spesso già presente, a volte in maniera meno manifesta a volte di più . Il Covid e la quarantena sono stati sicuramente fattori di accelerazione, ma molte di queste ragazze e di questi ragazzi erano già allenati a mangiare di nascosto, a vomitare di nascosto, a vivere di nascosto”. I disturbi alimentari nell’ambito delle patologie psichiatriche presentano il più alto indice di mortalità, in particolare, nel caso dell’anoressia nervosa il rischio di morte è 5-10 volte maggiore di quello di persone sane della stessa età e sesso. In Italia, bulimia e anoressia causano più di 4mila morti.