I risultati delle elezioni del 6 dicembre continuano a far discutere in Francia come nel resto d’Europa. La vittoria del Front National di Marine Le Pen è stata netta e clamorosa, tanto da rimettere in discussione lo stesso presidente Hollande, la cui popolarità era già scesa ai minimi storici.
La donna del momento è senza dubbio Marion Maréchal-Le Pen, nipote di Marine, candidata alla presidenza della Paca (macroregione comprendente Provenza, Alpi e Costa Azzurra), capace a soli 25 anni di ottenere il 40% delle preferenze. La più giovane della dinastia Le Pen sembra avere la stoffa del leader, e visto che pare non scorra buon sangue fra lei e la zia Marine, non è da escludere un repentino cambio di direzione in capo al partito qualora Marine non dovesse riuscire a conquistare l’Eliseo alle prossime elezioni presidenziali.
Ma la vittoria dell’estrema destra francese potrebbe rivelarsi effimera qualora non dovesse confermarsi al secondo turno di domenica prossima. Due casi su tutti: l’Ile de France e la Paca, dove il Partito Socialista ha deciso di ritirare le proprie liste per spingere gli elettori di sinistra a votare il male minore, ovvero il Partito Repubblicano di Sarkozy.
Mentre nella regione di Parigi lo scontro verbale si fa sempre più acceso ma il candidato del FN sembra comunque in vantaggio, è soprattutto Marion Le Pen a rischiare, nonostante l’ampio margine con cui si è imposta al primo turno (40,55% contro il 26,47% ottenuto dal candidato repubblicano Christian Estrosi). Secondo un sondaggio dell’agenzia TNS Sofres pubblicato dal giornale transalpino Le Figaro, la decisione dei socialisti di votare per LR (il partito repubblicano di Nicolas Sarkozy) potrebbe cambiare in maniera decisa e decisiva la storia di queste elezioni. Pare infatti che il 77% degli elettori di sinistra sia intenzionato a votare per Estrosi, portandolo ad ottenere il 54% delle preferenze totali.
Un interessante precedente risale alle presidenziali del 2002, quando Jean-Marie Le Pen arrivò a sorpresa al ballottaggio contro il gaullista Jacques Chirac. Anche allora i socialisti scelsero di votare per il candidato più moderato regalando così a Chirac la presidenza con più dell’80% dei voti. Uno scenario che potrebbe ripetersi in Provenza. E le conseguenze potrebbero essere molto simili: nel 2002 infatti una giovane Marine Le Pen scalzò il padre dalla leadership del partito accusandolo di aver perso a causa dei suoi modi troppo estremisti. Oggi la nipote di Jean-Marie, Marion, potrebbe vedersi sbarrata la strada alla scalata del FN da un’eventuale sconfitta domenica prossima. La zia Marine infatti, vedrebbe ancor più legittimato il suo ruolo cardine alla guida del partito e metterebbe a tacere i nostalgici del padre che rivedono nella giovane Marion la forza e le idee del vecchio leader e accusano l’attuale classe dirigente di aver rinnegato le proprie origini in nome di uno spostamento verso il centrodestra per ottenere una maggiore popolarità.
Una partita, questa, che si gioca dunque su più tavoli, all’interno e all’esterno del Front National. Da un lato la conferma dei risultati del primo turno proietterebbe Marine Le Pen verso un ruolo da favorita per le elezioni presidenziali (che, salvo sorprese, si terranno nel 2017). Dall’altro lato si avrebbe la prepotente ascesa di Marion Maréchal-Le Pen all’interno del partito.
In tutto questo, ai socialisti non resta che leccarsi le ferite e stare a guardare. Sconfitti ancora una volta e ridotti ad essere il terzo partito di Francia, i militanti del partito ora chiedono un profondo rinnovamento interno. L’unica strada percorribile per cercare di salvare il salvabile.
Umberto Preite Martinez