Con 397 voti favorevoli, e 223 contrari, David Cameron ha incassato il via libera per far alzare, via Cipro, i Tornado e i Typhoon britannici alla volta della Siria. Una vittoria quella del premier inglese, giunta dopo una riunione interminabile, che in qualche modo riscatta il secco no del 2013 quando, la Camera dei Comuni, gli negò di poter aver ragione su campo nei confronti di Assad. Ma non è stato facile per Cameron tenere fede alla richiesta di aiuto promessa allamico Hollande: numerose e clamorose infatti, sono state in questi giorni le proteste rispetto a un intervento militare in Siria. Capitanati da Corbyn, gli oppositori hanno fatto sentire le loro ragioni secondo cui, oltre che ad uccidere soprattutto civili ed innocenti, la partecipazione ai raid esporrà ulteriormente il Paese ad eventuali ritorsioni terroristiche. E dire che, al fianco dei no no war, era sceso in campo persino Justin Welby, arcivescovo di Canterbury, unautorità della Chiesa anglicana. Nel frattempo, a Bruxelles, prosegue incessante lopera di persuasione del segretario di Stato usa, John Kerry, che spera nel coinvolgimento di un massiccio blocco della Nato. Anche perché, come ha giustamente fatto notare il nostro Gentiloni, la missione in Siria non sarà una guerra lampo. Qualsiasi siano i tempi ed i volti dei protagonisti di questa campagna anti-isis, che comporterà sicuramente anche conseguenze per il futuro di Assad, sarà fondamentale tenere a mente gli errori commessi in Iraq, dove i vuoti di potere crearono le premesse per una democrazia a metà. Ad ogni modo, nemmeno il tempo di dare parere favorevole alla partecipazione dei raid in Siria, nemmeno un paio d’ore dopo 4 Tornado della raf sono subito entrati in azione colpendo diversi obiettivi in Siria.
Max