(Adnkronos) – “Abbiamo appreso dei controlli di polizia in corso sulla Geo Barents. Staremo a vedere ma è molto chiaro da quale parte sta il diritto: in mare un capitano ha il dovere di soccorrere chiunque sia in pericolo di vita. E questo a prescindere da quello che vorrebbero imporre i governi con invenzioni come il divieto di soccorso multiplo o amenità di questo tipo”. A dirlo all’Adnkronos è Veronica Alfonsi, presidente di Open Arms Italia, mentre proseguono gli accertamenti per verificare se l’equipaggio della nave di Msf abbia violato o meno il decreto Piantedosi. Ieri il comandante e il capo missione sono stati ascoltati per ore in questura. La nuova normativa, infatti, prevede che le navi della flotta civile di soccorso dopo il primo salvataggio raggiungano il porto sicuro di sbarco assegnato senza ulteriori perdite di tempo. La nave rischia il fermo fino a due mesi e una sanzione fino a 50mila euro.
“E’ comunque davvero preoccupante che si istituzionalizzi l’omissione di soccorso da parte di uno Stato democratico che dovrebbe rispettare la vita e i diritti di tutti – sottolinea Alfonsi -. Sulle imbarcazioni che incontriamo ci sono donne, bambini, ragazzi, fuggiti da violenze, dall’inferno della Libia. E si è deciso che queste sono vite che non contano, che possono essere sacrificate. Non siamo d’accordo, continueremo sempre a difendere i diritti, a soccorrere chi rischia la propria vita, a proteggere gli esseri umani più vulnerabili. Per fortuna esistono le Convenzioni internazionali e sono quelle che noi continueremo a rispettare”, conclude la presidente di Open Arms Italia.