E la peggiore delle droghe, anche perché chi ne fa uso non si rende minimamente conto di come e quanto danneggia le cellule celebrali ed anzi, vive esattamente lillusione opposta, traendo determinazione e sicurezza dallassunzione di questa maledetta droga. La cocaina, un tempo stupefacente delite, oggi droga a la page, comporta unassuefazione micidiale dalla quale pochi riescono ad uscirne in quanto, come spiegavamo, il suo uso amplifica nel consumatore la percezione di assoluta efficienza psicofisica. Salvo poi, nei casi peggiori (quando non porta alla depressione cronica), trascendere in gesta di estrema violenza per sé e per gli altri. Nella maggior parte dei casi poi, a seconda della personalità di chi ne fa uso, al consumo della cocaina è associato luso di alcolici o di fumo, per bilanciarne le fasi di down dopo lassunzione. E qui i guai sia fisici che psicologici – assumono dimensioni preoccupanti. Daltra parte i dati (consideriamoli sempre in difetto perché cè molto pudore a parlarne), parlano chiaro, tolti gli anta – ormai già belli che andati nello scorso anno in Europa oltre 2 milioni di giovani, tra i 15 e i 34, hanno fatto uso di cocaina. Ad oggi lunica possibilità di fuga da questa droga è perlopiù rappresentata dalla terapia psicologica, ma è lunga ed impegnativa, oltre che costosa. Così uno studio pilota, pubblicato su ’European Neuropsychopharmacology’, ha sperimentato una soluzione alternativa, rappresentata mini-scosse al cervello (rTms) per liberarsi della dipendenza. Sembrerebbe infatti che attraverso gli impulsi magnetici mirati, sono stati ottenuti brillanti risultati per un buon numero di pazienti ’schiavi’ della sostanza. Intendiamoci: siamo soltanto agli inizi, ma questi primi approcci indicherebbero che la strada intrapresa sia potenzialmente tra quelle giuste. “Alcuni studi mostrano che circa il 2% dei giovani adulti in Europa ha usato cocaina nell’ultimo anno. Si stima anche ch epiù di 20 milioni di persone nel mondo soffrano a causa dell’uso di cocaina. I trattamenti sono limitati, e non vi sono approcci neurobiologici disponibili”, sottolinea uno degli autori del lavoro, Luigi Gallimberti, ricercatore presso l’Irccs San Camillo di Venezia. Il lavoro, svolto in collaborazione con il team americano di Antonello Bonci spiega molto bene un articolo pubblicato dallagenzia di stampa AdnKronos – direttore scientifico del Nida (National Institute on Drug Abuse), è stato realizzato presso il Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Padova, in collaborazione con l’Irccs San Camillo di Venezia, e ha coinvolto pazienti in cerca di un trattamento per la dipendenza da cocaina. Ebbene, 16 persone sono state trattate con rTms, mentre altre 16 hanno ricevuto dei farmaci mirati ad alleviare i sintomi dell’astinenza. La Tms consiste nell’applicare impulsi magnetici a un’area del cervello ben localizzata. Si tratta di una metodica ampiamente utilizzata in psichiatria, dimostratasi utile nel trattamento di condizioni psichiatriche quali ad esempio la depressione. Il gruppo sperimentale si è sottoposto auna seduta di stimolazione quotidiana per 5 giorni consecutivi, e successivamente una volta alla settimana per le 3 settimane seguenti, per un totale di 8 stimolazioni in 29 giorni. I pazienti del gruppo di controllo hanno ricevuto un trattamento farmacologico per isintomi dell’astinenza da cocaina(depressione, ansia, insonnia, eccetera). Al termine di questa prima fase dell’esperimento, i pazienti del gruppo sperimentale hanno continuato a sottoporsi settimanalmente al trattamento con Tms, mentre al gruppo di controllo è stato proposto di abbandonare l’approccio farmacologico e passare alle mini-scosse: questa seconda fase è durata 63 giorni. Tutti i partecipanti sono stati sottoposti a monitoraggio delle urine 2 volte alla settimana, per verificare il reale consumo di cocaina. Nella prima fase dell’esperimento il 69% (11 pazienti) del gruppo trattato con Tms non ha avuto ricadute nell’uso di cocaina, mentre solo il 19% (3 pazienti) dei soggetti trattati con farmaci ha avuto lo stesso risultato. Dunque uno studio, il primo, che dimostra “che la Tms può essere utile nel trattamento del disturbo da cocaina. La Tms è già usata nella pratica clinica, per esempio per il trattamento della depressione e di alcune forme di dolore cronico, e in tali condizioni si è anche rivelata un trattamento sicuro”, tiene a sottolineare il coautore del lavoro, dell’Irccs veneziano, coautore del lavoro, Alberto Terraneo. “Abbiamo deciso di stimolare la corteccia dorsolaterale prefrontale, che è un’area coinvolta nei processi decisionali, perché i nostri studi precedenti sui roditori conclude Antonello Bonci – hanno mostrato che la ricerca compulsiva di cocaina era associata con la corteccia prelimbica, che condivide funzioni con questa area cerebrale umana. Abbiamo continuato a seguire i pazienti dello studio fino ad oltre un anno, e i miglioramenti sembrano mantenersi nel tempo, sebbene al momento non abbiamo dati certi su questo aspetto. E’ importante che questo studio prosegua, con trial clinici più ampi”.
T.