(Adnkronos) – “Non serve un nuovo segretario, serve un nuovo partito, di nuovi segretari ne abbiamo avuti sin troppi”. Lo ha scandito con forza il segretario Enrico Letta dando il via ai lavori dell’Assemblea del Partito democratico che oggi si appresta a votare il nuovo Manifesto dei valori dem.
“Questo è stato un periodo duro per tutti noi e – ha ammesso Letta – in particolare tra i più duri della nostra storia. C’è stato un tentativo di sostituirci. Il tentativo di sostituire il Pd è fallito”, ha però assicurato. “Oggi avremo tre votazioni da fare: la prima riguarda i soli componenti dell’assemblea del Pd sulle armonizzazioni statutarie e poi – ha spiegato introducendo i lavori – si voterà sul regolamento congressuale e il Manifesto che invece verranno votati dalla platea allargata dell’assemblea”. Del Manifesto dei valori “io e Speranza siamo gli unici responsabili. Il lavoro del Comitato costituente è stato fondamentale, un contributo che ci ha consentito di arrivare dove siamo. Ma siamo troppo rispettosi della loro competenza e della loro autonomia intellettuale per obbligarli a un passo ulteriore”, ha detto il segretario del Pd ribadendo che “è fondamentale oggi approvare un testo e che rappresenta un grande passo avanti. E’ un Manifesto di grande modernità”, ha rivendicato.
“Il manifesto è la base politica del nuovo Pd. Chi lo vota, vota a favore della base politica della nascita del nuovo Pd, a tutti gli effetti. E’ un testo netto, molto forte, equilibrato che consente al Pd di espandersi e che ci fa essere la grande forza politica di equilibrio istituzionale del Paese”.
Quindi, ha ricordato Letta, “la nostra non è né un cartello elettorale né un comitato elettorale, ma è una comunità che non considera il proprio capo come il centro di tutto, non siamo un partito personale e lo rivendichiamo”.
“E’ giusto che chi ha guidato il partito al risultato elettorale sia rimasto a guidare questa fase, una fase in cui, dopo una sconfitta elettorale, si prendono solo colpi… Ed è quello che ho accettato di fare, lo farò fino in fondo proprio per consentire a voi 4, mi riferisco ai 4 candidati, di risolvere quello che siamo e rilanciare la nostra storia e riscriverne una nuova”.
“Anche io – ha ammesso il leader Dem – avrei voluto che il congresso fosse stato più rapido, ma alla fine meglio così. Perché c’è sempre un tempo faticoso dopo la sconfitta. Avessimo avuto un nuovo segretario a novembre, avrebbe avuto comunque il vento contro. Ora il colpo è stato assorbito e il 26 febbraio saremo pronti a ripartire”.
“Il lascito principale è la forza di cambiare una cosa, complicata: il segretario del nuovo Pd non può passare l’intera giornata a mettere tutte le energie in una composizione degli equilibri interni e poi, a fine giornata, con le energie residue, pensare a cosa dire agli italiani. Così non può funzionare, così siamo condannati”, ha ammonito.
“Il segretario deve avere il tempo, dalla mattina, di lavorare a cosa dire agli italiani. E’ fondamentale. Esco da segretario ancora più innamorato del Pd di quando ho iniziato il mio lavoro da segretario. Vi assicuro che non costruirò un nuovo partito alternativo al Pd…”, ha ironizzato Letta alludendo al fatto che ex-segretari Pd come Matteo Renzi e Pier Luigi Bersani abbiano fondato poi altri partiti.
“Dobbiamo vivere il senso di unità e il rispetto tra di noi, che viene prima di tutto. La forza del nostro partito – ha ribadito – è insostituibile per la democrazia italiana”.
“Amarezze e ingenerosità le tengo per me, siamo una comunità viva” e “abbiamo una grande responsabilità: far cambiare linea al governo su tante scelte sbagliata, e costruire l’alternativa – ha ricordato – . Dico ai candidati, parlatevi fra di voi, il futuro del partito dipende dalla vostra capacità di costruire linguaggi che vi consentano di essere diversi ma di capirvi nei momenti essenziali”.
“Romboli è la scelta di gran lunga migliore di tutto il Parlamento”. Lo ha detto Enrico Letta, all’Assemblea del Pd, a proposito dell’indicazione dei componenti del Csm.