“Adesso con le Regioni ci divertiamo, ma sul serio”, con queste parole davvero poco rassicuranti Matteo renzi avrebbe indetto le convocazioni delle Regioni, per mercoledì a Palazzo Chigi. Fatalità, poche ore prima, era stato proprio Chiamparino, al termine della riunione dei governatori sulla legge di stabilità, ad affermare di aver “inviato una lettera per chiedere un incontro urgente al presidente del consiglio perché giovedì dovremmo dare un parere sulla legge di stabilità e serve un incontro prima, per avere elementi politici e tecnici per dare un parere”. Questo perché, come ha spiegato Chiamparino, le regioni nutrono “preoccupazioni sul pluriennale” in quanto “come rilevato dagli stessi tecnici del Senato i tagli 2017, 2018 e 2019 rischiano di determinare forti criticità per la sopravvivenza stessa del sistema regionale. Per il 2016 prendiamo atto positivamente dell’aumento del fondo per un miliardo rispetto al 2015 ha proseguito, sottolineando però che le esigenze per far fronte alle scadenze contrattuali, ai farmaci salvavita, al piano vaccinale e ai nuovi Lea sono circa il doppio, cioè un miliardo in più. Quindi rappresenteremo queste esigenze augurandoci sia possibile accrescere le risorse per la sanità nel 2016”. In merito poi alle sue dimissioni Chiamparino ha inoltre tenuto a sottolineare come “non è cambiato nulla e non sono legate alla manovra. Resteranno appena finita la fase della legge di stabilità. Sono legate ad altre ragioni: alla situazione finanziaria della mia Regione e anche al fatto che ritengo che il sistema delle Regioni abbia bisogno di una forte iniezione di cambiamento e mi interessa acquisire tutta la libertà politica che ritengo necessaria per misurarmi su questo tema”.
M.