Una notizia che non ci coglie impreparati ma che invece, maliziosamente, ci induce a pensare che forse cè chi, oggi, può paradossalmente permettersi il lusso di stare male. Dunque, stando a una ricerca stilata dellOsservatorio della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro sui dati Inps, i lavoratori dipendenti del settore pubblico si ammalano il doppio di quelli del settore privato. Lo scorso anno, si legge, lassenza per malattia è stata del 3,01% per i lavoratori pubblici e di 1,8% per quelli privati. Di conseguenza, se nel privato sono stati 467.603 i certificati emessi in meno (rispetto al 2013) e 1.887.109 le giornate in meno di malattia, di contro, nel pubblico impiego, si è registrato un aumento di 8.147 certificati e di 60.011 giornate di malattia. Il Nord-Ovest è larea geografica con il maggior numero di certificati medici nel 2014, seguito dal Centro con il 21,6%; dal Nord-Est con il 21,1%; dal Sud con il 19,2% e dalle Isole con il 10,1%. Dunque, complessivamente, se ne evince una riduzione pari all1,69% sulla totalità annua delle giornate di malattia tra pubblico e privato (106,6 milioni di giornate nel 2014 a fronte di 108,4 milioni nel 2013) con un risparmio per le casse dello Stato di circa 50 milioni di euro grazie al risparmio delle giornate da indennizzare. Analizzando nello specifico landamento annuale, gennaio è il mese che si distingue per il numero maggiore di certificati in assoluto emessi sia nel privato (1.380.000) che nel pubblico (690.000). In ambedue i settori, la malattia dura due, tre giorni. Per quel che riguarda il giorno nefasto, il lunedì è il giorno in cui ci si ammala di più. Gli uomini si ammalano più delle donne, e letà media nel privato è tra i 40 e i 44 mentre, nel settore pubblico la media è tra i 55 e i 59 anni.
Max