(Adnkronos) – Oggi inizia la presidenza Ue della Svezia, che raccoglie il testimone dalla Repubblica Ceca, prima di passarlo il prossimo primo luglio alla Spagna, che a sua volta lo trasmetterà al Belgio nel gennaio 2024. E’ la terza presidenza di turno per la monarchia scandinava, entrata nell’Unione nel 1995, insieme a Finlandia e Austria: le precedenti sono state nel 2001 e nel 2009, con il governo del socialdemocratico Goeran Persson e con quello guidato da Fredrik Reinfledt dei Moderati, rispettivamente.
Stoccolma assume la presidenza sotto la guida di un governo di centrodestra, formato da Moderati, Cristiano Democratici e Liberali, nato con l’appoggio esterno dell’estrema destra dei Demokraterna, i Democratici, eredi del nazismo svedese che si sono evoluti in un partito di stampo nazionalista conservatore più vicino al mainstream (siedono nell’Ecr a Bruxelles).
A guidare il governo è il premier Ulf Kristersson, dei Moderaterna, politico di lungo corso nativo di Lund, città universitaria della Scania. Le priorità della presidenza svedese sono quattro (sicurezza e unità, competitività, transizione ecologica ed energetica, valori democratici e Stato di diritto), ma una su tutte è destinata a prevalere: il sostegno all’Ucraina contro il “regime criminale” della Russia di Vladimir Putin, come l’ha definito Kristersson in un recente discorso al Riksdag, il Parlamento della Svezia. Kiev, ha sottolineato il primo ministro, è vittima di una “aggressione non provocata e illegale” da parte di Mosca.
Oggi, ha detto, “osserviamo con dolore che l’Europa che conosciamo dalla caduta del Muro di Berlino appartiene al passato”. E’ “un cambiamento talmente enorme che è difficile accettarlo”. In questa congiuntura storica, la Svezia si trova a dover fronteggiare la “guerra in Europa”. E il suo posto, in questa guerra, “è nell’Ue e nella Nato”, ha sottolineato Kristersson. La Svezia “assume la presidenza quando l’Ue deve affrontare sfide senza precedenti. Un’Europa più verde, più sicura e più libera è il fondamento delle nostre priorità”, ha spiegato.
Il “primo compito” della presidenza svedese, ha detto Kristersson, sarà “aiutare a creare la sicurezza dell’Europa, appoggiando sistematicamente l’Ucraina, ma anche, in un mondo sempre più insicuro, sottolineando il significato geopolitico dell’Ue”. A fianco della Nato, in cui la Svezia sta per entrare, “l’Ue deve assumersi responsabilità più ampie per la sicurezza europea” e la presidenza svedese sarà “una forza trainante per l’attuazione degli obiettivi della Bussola strategica dell’Ue”. E “se la guerra in Ucraina sarà decisiva per la possibilità di avere un futuro di libertà in Europa”, la “competitività dell’Europa sarà decisiva per il nostro futuro economico”.
Per assicurare che il Vecchio Continente continui a giocare un ruolo sullo scacchiere mondiale, “il protezionismo non è la strada giusta. Non lo era ieri e non lo è oggi: da una parte e dall’altra dell’Atlantico”. Un messaggio, questo, alla presidenza democratica di Joe Biden e al suo Inflation Reduction Act, che tanto allarme ha suscitato nell’Ue, specie nei Paesi, come la Svezia, più affezionati alla ‘mano invisibile’ del mercato. Su questo, però, Kristersson fa una riflessione non usuale, per uno svedese: “Vediamo che, nella realtà, l’Ue resta indietro. Sono quindi necessarie una chiara politica di concorrenza e regolamentazioni migliori per l’industria europea”.
E non c’è industria, specialmente nell’automotive, senza componenti: pertanto, “la presidenza svedese guiderà il lavoro per creare un ecosistema europeo per i semiconduttori”, i microchip, la cui produzione mondiale è pericolosamente concentrata a Taiwan, che Pechino considera una provincia ribelle. “Suona tecnico, e lo è. Ma è anche assolutamente essenziale, se vogliamo elettrificare l’intera flotta dei nostri veicoli”. Per la Svezia, anche di centrodestra, “la riduzione da parte dell’Ue delle sue emissioni nette del 55% entro il 2030 è cruciale, per la transizione climatica in tutto il mondo. Il pacchetto Fit for 55 svolgerà un ruolo cruciale e la nostra ambizione è concludere i negoziati”.
Qui Kristersson arriva all’energia, tema caldo della presidenza ceca appena conclusa e che sarà forse ancora più caldo nel prossimo semestre, quando si dovranno riempire le scorte di gas senza contare sul metano russo, che ha aiutato l’Europa nei mesi passati. “Abbandonare i combustibili fossili ora è una questione di sicurezza”, non più di costi come negli anni Settanta o ambientale come negli anni Ottanta e Novanta. La Svezia, quindi, con la sua presidenza “darà la priorità agli sforzi tesi ad accelerare l’elettrificazione dell’Ue”.
Questo, ha dettagliato il primo ministro, “comporterà lavorare su un nuovo regolamento in materia di batterie e continuare i negoziati per aumentare la produzione di energia da fonti non fossili. Avanzeremo nel lavoro sulle proposte sul pacchetto per il mercato del gas per rimpiazzare il gas russo con altre fonti energetiche libere da anidride carbonica. Nello stesso tempo, i Paesi Ue che lo desiderano possono continuare a prendersi le loro responsabilità costruendo nuove centrali nucleari”.
La Svezia ha a cuore anche i valori democratici dell’Ue, spiega Kristersson, quindi “porterà avanti il lavoro sulle procedure ex articolo 7 con uno spirito costruttivo e difendere il diritto Ue, difendendo il diritto dell’Unione di condizionare i pagamenti al rispetto dello Stato di diritto”. Il governo svedese “lavorerà duramente” durante la presidenza, come “partner negoziale costruttivo” per la Commissione e per il Parlamento.
“I nostri Paesi – ha concluso il premier svedese – sono diversi e talvolta abbiamo prospettive diverse. Ma la diversità è una forza. Insieme possiamo superare le crisi e costruire un’Europa migliore. Ma solo se lo facciamo insieme. E solo se noi in Svezia facciamo la nostra parte”.