Quanto motivato dalla Digos di Vicenza non lascia spazio ad alcun dubbio circa lemissione del provvedimento di espulsione da parte del Ministero dell’Interno “ritenendo lo straniero una minaccia per la sicurezza dello Stato“. Il tutto accadde lo scorso gennaio quando, in una scuola elementare del vicentino, nell’ora di educazione musicale i bimbi di origine magrebina e di fede islamica si tapparono le orecchie contrariati. Per lo stupore degli insegnanti, i bimbi spiegarono che nel centro islamico da loro frequentato, l’imam aveva detto che loro che ascoltare musica o, peggio usare strumenti moderni era peccato. Un fatto che giunse fino agli uomini della Digos della Questura di Vicenza (diretta dal Vice Questore Aggiunto Nevio Di Vincenza), che con molta discrzione hanno iniziato a cercare di capire più da vicino cosa stesse accadendo. Così, dopo aver avuto certezza degli ’insegnamenti’ dell’imam, hanno scoperto che lalgerino “aveva ormai da tempo abbracciato lideologia islamica salafita e che in qualità di imam del centro islamico costituiva un carismatico punto di riferimento per la comunità, dimostrandosi particolarmente attivo nellindottrinamento dei fedeli su posizioni marcatamente radicali”. Quindi gli uomini della Digos hanno potuto appurare “incisive ed autorevoli forme di convincimento nei confronti di minori di fede islamica”, che venivano indotti “ad assumere comportamenti palesemente ostili alla cultura occidentale e a manifestare il desiderio di poter compiere in futuro finanche gesti eclatanti, anche violenti e con luso delle armi una volta diventati adulti”. Ma a preoccupare gli inquirenti, sono state le ’pericolose relazioni’ “con esponenti del mondo islamico di orientamento marcatamente radicale e dediti alla promozione di principi originari dellIslam e alla diffusione dellideologia salafita (verosimilmente anche allinsaputa del resto delle comunità)”. L’imam, inoltre, “non intratteneva rapporti con cittadini italiani, se non con quelli convertiti allIslam, rifuggendo qualsiasi forma di integrazione con la società italiana. Nonostante, quindi, linteressato si trovasse in Italia dal 2002 (titolare di permesso di soggiorno di lungo periodo rilasciato dalla Questura di Udine dove aveva svolto le funzioni di imam presso quella comunità islamica, si era poi trasferito nel vicentino dalla fine del 2013), non risultava inserito nel contesto sociale di riferimento”. Lespulsione è stata di fatto eseguita mediante respingimento alla frontiera marittima di Civitavecchia da parte della Polizia di Frontiera. Infatti, lalgerino, per il periodo estivo (e prima dellemissione del provvedimento), era tornato in patria per un breve soggiorno e ieri pomeriggio è stato fermato al rientro in Italia, dopo il viaggio in nave da Tunisi. L’uomo, al quale è stata notificata lespulsione ai controlli di frontiera, è quindi stato respinto nel Paese di provenienza mediante reimbarco su motonave diretta a Tunisi, partita da Civitavecchia in serata. Per dieci anni non potrà rientrare in Italia, pena la reclusione da uno a quattro anni.
Tiemme