(Adnkronos) – “Per noi oggi è una giornata importante tanto quanto l’inaugurazione di una grande opera infrastrutturale. Significa trasferire un concetto: che le cose si possono fare e in modo molto trasparente. Evidentemente, però, in Italia abbiamo, purtroppo, l’abitudine di pensare che la trasparenza sia un ossimoro rispetto al verbo fare. E questo dobbiamo lasciarlo alle spalle”. A dirlo all’Adnkronos è Pasqualino Monti, Presidente dell’Autorità portuale della Sicilia Occidentale, a margine della ‘Giornata della trasparenza” organizzata al Terminal Cruise del porto.
“Se è importante sottolineare la trasparenza – spiega Monti -è altrettanto importante raccontare come lo Stato debba ‘proteggere’ i civil servant e debba traferire un concetto, attraverso norme più semplici, che le cose si devono fare”. “Ma -aggiunge il manager -si devono mettere nelle condizioni manager pubblici di operare con un volume di norme inferiore a quelle che esistono. La stratificazione burocratica ha dato nel nostro paese un significato alla burocrazia che dovrebbe essere forza del pubblico, invece è diventato potere del pubblico. Quindi, in questo caso, la stratificazione ha creato dei piccoli orticelli di potere che poi alimentano evidentemente il processo produttivo”.
Monti dice che “Rompere quegli orticelli ed entrare in gamba tesa in tal senso” significa “mettere nelle condizioni chi opera, ad esempio, come me in un mercato come me questo, che è la costruzione di infrastrutture, nelle condizioni di potere operare in maniera più organica e più semplice”.
Ma quanto è difficile? “Questo è un paese che ama reprimere ma che non ama prevenire. Chi, ad esempio, come me è abituato a fare se ne frega degli sguardi indiscreti. E delle denunce che, a volte, arrivano solo per fermare il tuo lavoro. Chi, invece, si preoccupa perché toccato da un avviso di garanzia, magari si inchioda al muro e non fa più nulla. Il problema sono quei manager molti capaci che, impauriti, non operano più”.
Dirigere l’Autorità portuale della Sicilia occidentale non è un lavoro semplice. E il Presidente Pasqualino Monti spiega che, quando serve, si rivolge alle istituzioni. “Cerchiamo la collaborazione delle forze di polizia – dice – Io, tante volte, mi sono rivolto a. loro per tante cose e questo modo di agire ha dato i suoi frutti, perché quando circola il concetto che tu sei inavvicinabile non viene nessuno…”. Un po’ come accade con l’ssociazione Addiopizzo. Quando i mafiosi sanno che un commerciante fa parte di Addiopizzo non si presenta per riscuotere le estorsioni. “Certo – spiega Monti – Esiste anche nella costruzione di infrastrutture. Se tu vedi qualcosa di anomalo sei tu a farlo presente e aspetto che la Polizia giudiziaria faccia il suo corso. Ma io nel frattempo ho dato un segnale forte e chiaro”.
Monti si avvale della collaborazione di un magistrato, l’ex Procuratore aggiunto di Palermo Leonardo Agueci, oggi in quiescenza, che è esperto di Trasparenza e prevenzione della corruzione dell’Autorità portuale. “La prima cosa che ho fatto al mio arrivo è stata di chiedere al dottor Agueci di affiancarmi. Ora è diventata una sfida avvincente e anche vinta. Avere Agueci al mio fianco mi rende felice, è una persona con una esperienza che riesce a capire i piccoli segnali”. (di Elvira Terranova)