De Chirico, Tomea, De Pisis, Burri, Fontana, Campigli,Simonetti, Tancredi, Manzoni, Severini e Afro Basaldella. Sono questi alcuni dei grandi nomi della pittura italiana del Novecento protagonisti di ’Gli anni delle guerre e delle ricostruzioni’, la mostra che si svolgerà dai primi di ottobre a metà gennaio 2016, al Palazzo delle Contesse, nel centro storico di Mel(Bl). Il progetto, realizzato dalla Pro Loco Zumellese, intende rivisitare ipercorsi dell’arte italiana nel cinquantennio che va dal 1914 al 1964, un periodo storico segnato da due conflitti mondiali e dalle ricostruzioni che ne sono seguite. In questo mezzo secolo di profondi mutamenti storici, assistiamo a un costante intreccio tra le proposte innovative e destabilizzanti delle avanguardie, e la fedeltà alla matrice classica della nostra cultura, tratto caratteristico delle correnti più tradizionaliste.”Un intreccio – spiega Giovanni Granzotto, curatore della mostra – che spesso è stato facilitato e sostenuto da artisti che hanno camminato in entrambe le direzioni, coma Balla, De Chirico o Soffici, o che si sono posti come filtro o trait d’union tra poli diversi, se non addirittura opposti, come Virgilio Guidi. La mostra non ha la pretesa di esaurire scientificamente un percorso tanto complesso e allo stesso tempo fondamentale per tutta l’arte moderna, ma offrire uno spaccato di alcuni momenti innovativi e riflessivi dell’arte italiana”.
De Chirico, Tomea, De Pisis, Burri, Fontana, Campigli,Simonetti, Tancredi, Manzoni, Severini e Afro Basaldella. Sono questi alcuni dei grandi nomi della pittura italiana del Novecento protagonisti di ’Gli anni delle guerre e delle ricostruzioni’, la mostra che si svolgerà dai primi di ottobre a metà gennaio 2016, al Palazzo delle Contesse, nel centro storico di Mel(Bl). Il progetto, realizzato dalla Pro Loco Zumellese, intende rivisitare ipercorsi dell’arte italiana nel cinquantennio che va dal 1914 al 1964, un periodo storico segnato da due conflitti mondiali e dalle ricostruzioni che ne sono seguite. In questo mezzo secolo di profondi mutamenti storici, assistiamo a un costante intreccio tra le proposte innovative e destabilizzanti delle avanguardie, e la fedeltà alla matrice classica della nostra cultura, tratto caratteristico delle correnti più tradizionaliste.”Un intreccio – spiega Giovanni Granzotto, curatore della mostra – che spesso è stato facilitato e sostenuto da artisti che hanno camminato in entrambe le direzioni, coma Balla, De Chirico o Soffici, o che si sono posti come filtro o trait d’union tra poli diversi, se non addirittura opposti, come Virgilio Guidi. La mostra non ha la pretesa di esaurire scientificamente un percorso tanto complesso e allo stesso tempo fondamentale per tutta l’arte moderna, ma offrire uno spaccato di alcuni momenti innovativi e riflessivi dell’arte italiana”.