Inquietudine, viaggio come ricerca di sé, e scoperta delle diversità. Questi alcuni temi del regista, fotografo, produttore, critico cinematografico di nome Wim Wenders 70 anni il 14 agosto. Eterno ragazzo e dandy visionario del cosiddetto ’nuovo cinema tedesco’, il regista è conosciuto ai più per essere l’autore di due classici come Il cielo sopra Berlino (miglior regia a Cannes, 1987) e Paris, Texas (Palma d’Oro a Cannes nel 1984). Nel primo racconta di come due angeli Damiel e Cassiel (Bruno Ganz e Otto Sander), gettati sulla terra, scoprono che l’infelicità degli umani si lega alla loro incapacità di comunicare. Non solo, uno di loro, Daniel, si innamora della trapezista Marion (Solveig Dommartin), nonostante non possa neppure essere visto da lei. Ad aiutarlo Peter Falk nei panni di se stesso (nonché di ex angelo) che lo renderà mortale e dunque capace di amare davvero una donna. In Paris Texas, invece Travis (Harry Dean Stanton) non parla più dopo la fine dell’amore della sua vita (Nastassja Kinski) e così si mette a vagare inebetito nel deserto. Figlio di un medico, Wim Wenders, nato a Düsseldorf nel 1945, dopo il diploma si iscrive a medicina, ma ne 1966 approda a Parigi dove frequenta la scuola di cinematografia IDHEC. Tornato in Germania, dal 1967 al 1970 è all’Academy of Film and Television di Monaco e inizia poi a scrivere con Filmkritik e Süddeutsche Zeitung come critico cinematografico.