“Intorno al 15-16 settembre, alla ripresa dell’azione parlamentare ma prima della stabilità, il Pd vorrei che uscisse con un vero e proprio ’masterplan’ per il Sud, con una serie di proposte concrete”. Lo diceMatteo Renzi alla direzione Pd, spiegando che l’appuntamento di oggi è una prima tappa e non trarrà delle conclusioni. “Il problema del sud oggi non è la mancanza dei soldi. E’ la mancanza della politica” sottolinea Renzi: “Non riapriamo la discussione se oggi i soldi sono troppi o troppo pochi” aggiunge. “Rottamare il piagnisteo non vuol dire non denunciare ciò che non va, ma ricordarsi che ti pagano per risolverlo il problema” ha ribadito Renzi. “Non è vero, secondo un cliché prestabilito, che il Mezzogiorno – prosegue – è la cosa peggiore in Europa: dirlo è un elemento anticrescita per lo stesso Sud. Se non archiviamo il racconto di noi stessi basato sulla pigrizia intellettuale di chi non sa riconoscere le cose che stiamo facendo, non saremo mai credibili”. “Se il Sud è in difficoltà è inutile attribuirne la responsabilità a chi ha abbandonato il Sud. La retorica Sud abbandonato è autoassolutoria per una parte dei dirigenti del Mezzogiorno” ed è “un elemento che concorre alla crisi del Sud” continua Renzi. “L’Italia è ripartita il Mezzogiorno no. Il Nord Italia ha dei numeri di crescita che sono oggettivi, reali, concreti. C’è una inversione di tendenza attesa da fin troppo tempo” dice sempre Renzi alla direzione Pd. “Anche al Sud si vedono i primi dati positivi ma del tutto insufficienti”, sottolinea Renzi. “Se qualcuno qui immagina di voler utilizzare il Pd come luogo in cui si strumentalizza la discussione” sul Sud “a fini interni, questo è un errore clamoroso”. “Non” occorre “piegare il principale problema e la principale opportunità” che abbiamo “a fini correntizi” è un altro passaggio dell’intervento del segretario-premier. Presenti alla Direzione anche i governatori del meridione, daVincenzo De Luca a Rosario Crocetta. Al Nazareno sono giunti alla spicciolata anche diversi esponenti della minoranza Pd, da Pier Luigi Bersani a Gianni Cuperlo e Roberto Speranza. Per il governo ci sono, tra gli altri, il ministro degli Esteri Paolo Gentilonied il sottosegretario alla presidenza Claudio De Vincenti. E’ scaduto alle ore 13 il termine per la presentazione degli emendamenti al disegno di legge sulla revisione della Parte II della Costituzione, all’esame della Commissione Affari Costituzionali. Ne sono stati presentati 513.449. E’ quanto rende noto il Senato. Gli emendamenti presentati alla riforma della Costituzione sono 513.450. Il gruppo che ne ha presentati di più è la Lega Nord mentre ai cosiddetti verdiniani va il record per il numero più basso. L’elenco completo dei numeri è disponibile sul sito del Senato a cui è possibile accedere anche tramite l’account twitter di palazzo Madama. Di seguito la ripartizione completa tra i vari gruppi: – Lega Nord: 510.293 – Forza Italia: 1.075 – Gruppo Misto, componente Sel: 1.043 – Gruppo Misto, componente Fare: 259 – Gruppo Grandi Autonomie e Libertà: 215 – Movimento 5 Stelle: 194 – Conservatori e Riformisti: 124 – Gruppo Misto, componente Movimento X: 75 – Partito Democratico: 63 – Gruppo per le Autonomie (Svp – Iv – Patt -Upt)Psi – Maie: 45 – Gruppo Misto: 30 – Gruppo misto, componente l’Altra Europa con Tsipras: 20 – Area Popolare (Ncd-Udc): 11 – Alleanza Liberalpopolare Autonomie: 3. “Siamo impegnati su un cammino di riforme talmente importante che se le altre forze politiche vorranno discutere saremo sempre disponibili. Se vorranno, parteciperanno. Non è un patto del Nazareno ma un impegno a coinvolgere tutte le forze in Parlamento”. Così risponde Debora Serracchiani a una domanda sul dialogo con Fi sulle riforme. “Importanti le parole del senatore Buemi sull’emendamento di 12 componenti del gruppo Autonomie per un Senato eletto direttamente dai cittadini. 28 senatori Pd e 12 del gruppo delle Autonomie – in maggioranza – Sel e M5S, Lega e Fi si ritrovano su questa impostazione. Vi sarebbero dunque le condizioni per un’intesa ampia”. Lo afferma il senatore Vannino Chiti della minoranza Pd.