La banda ultralarga si accende. Il Cipe ha approvato un piano economico da 12 miliardi e questo da modo al premier Matteo Renzi di dire ’’ingraniamo la sesta verso questo progetto’’. Sul piatto “12 miliardi, di cui 5 privati e 7 pubblici. Di questi ultimi 4,9 vengono da iniziative del Governo e 2,1 dai Fondi strutturali Regionali” spiega il premier in conferenza stampa a Palazzo Chigi sottolineando come il Cipe abbia già deliberato lo stanziamento iniziale di 2,2 miliardi per un’infrastruttura che raggiungerà “10 milioni di italiani, 800 comuni, oltre 400 ospedali, 2000 scuole, 5000 sedi della Pubblica amministrazione”.. Nella stessa giornata, sempre a Palazzo Chigi Vincent Bollorè, presidente del Consiglio di sorveglianza di Vivendi, ora primo socio di Telecom con il 14,9%, ha incontrato Renzi e il consigliere della presidenza del Consiglio Andrea Guerra. Una giornata cruciale dunque per le tlc italiane, che ha visto il risiko finalmente muoversi e portare al consolidamento del settore, con la fusione di Wind e 3 Italia e il cda di Telecom riunito per l’esame della semestrale. “Non lo abbiamo incontrato, è già tornato in Francia” ha detto il presidente di Telecom, Giuseppe Recchi ma a suo parere l’incontro “conferma quanto Vivendì aveva già dichiarato ossia di essere un partner industriale a lungo termine, per noi è una condizione favorevole avere un socio industriale con competenze nel settore dei media in un momento in cui la connessione è sempre più vicina”. “E’ un agosto che inizia scoppiettante – commenta Renzi -. Il Cipe ha approvato finalmente un cospicuo intervento economico sul piano di banda ultralarga, una autentica, straordinaria, novità. E’ l’infrastruttura più importante per i prossimi 20 anni e l’obiettivo è una copertura completa del Paese. Sulla banda larga saremo leader in Europa nel giro di un triennio” afferma il premier e poi passa la palla: “A questo punto per gli operatori di telefonia non c’è da fare altro che mettersi in gioco” perchè alle aree nere ci pensa il Governo. “Il privato, dove l’operazione sta in piedi da sola e si tiene, non ha problemi a intervenire ma dove non rende e ha più difficoltà a investire interveniamo noi. Partiamo dalle zone nere, a fallimento di mercato. I soldi pubblici servono a questo: le zone D e C che riguardano il 35% degli italiani. Le zone D sono dove il privato non investirebbe mai, le C dove investirebbe solo in presenza di alcuni incentivi” rassicura Renzi. “Stiamo combattendo il divario digitale anche tra nord e sud, tra realtà figlie di nessuno e realtà con tutte le condizioni per andare avanti”, aggiunge. “Porteremo la banda ultralarga anche nelle zone rurali per garantire una connessione ad internet veloce anche alle nostre aziende agroalimentari – annuncia il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina – Fino al 2020 investiremo più di 250 milioni di euro del Fondo europeo agricolo di sviluppo rurale per dare futuro alle nostre imprese’’. L’intenzione, ha proseguito Martina, è ’’continuare il lavoro fatto con la banda larga, che ci ha consentito di raggiungere oltre mezzo milione di persone, con 185mila linee abilitate e 3.628 chilometri di fibra ottica istallati nelle nostre campagne. E proprio oggi contemporaneamente Telecom, che si è aggiudicata tutti i bandi di gara indetti dal Mise, annuncia un’iniziativa che consentirà di rendere disponibile la fibra ottica e i servizi di Tim a circa 10 milioni di abitanti in oltre 760 Comuni” al Sud “grazie ad un modello virtuoso di partnership tra pubblico e privato’’. “Oggi il Sud è il benchmark dell’avanzamento della diffusione della banda larga” commenta Recchi sottolineando anche che si è creata una situazione per cui “oggi molte regioni del Sud sulla banda ultralarga sono più avanti del Nord, ci auguriamo quindi di replicare questo modello di successo anche nel resto del Paese”.