(Adnkronos) – (dall’inviata Elvira Terranova) – Microfoni funzionanti, un proiettore nuovo, videowall su cui proiettare delle immagini e assistenza tecnica “necessaria per il buon funzionamento dell’udienza”. Questa volta, almeno sulla carta, al processo a Grillo junior e ai suoi tre amici, accusati di stupro di gruppo, tutto dovrebbe andare liscio. Dopo l’incidente di percorso della scorsa udienza, il 19 ottobre, quando i giudici del piccolo Tribunale di Tempio Pausania, in Sardegna, furono costretti a rinviare tutto a domani, perché mancavano i microfoni e al posto dello schermo c’erano dei fogli formato A4 appicciati alla meno peggio sul muro con lo scotch, sono arrivati microfoni nuovi e anche uno schermo dove potere proiettare i video. Assicurata dal Presidente del Tribunale Giuseppe Magliulo anche adeguata assistenza tecnica. Verranno così sentiti domani i testi che erano stati chiamati per la scorsa udienza, ma che sono stati costretti a tornare a casa dopo il rinvio ‘per motivi tecnici’.
Per domani, a partire da mezzogiorno, sono così attesi i due titolari, marito e moglie, del B&B di Palau, che nel luglio del 2019 ospitarono per alcune settimane la studentessa italo-norvegese di 19 anni che ha denunciato i quattro giovani imputati e la sorella più piccola. Ai carabinieri che li avevano interrogati nei giorni successivi alla denuncia dissero che la giovane il giorno dopo il presunto stupro di gruppo era serena, “forse un po’ taciturna come sempre”. Mentre poi, intervistato successivamente dal Corriere della Sera e da Repubblica, Daniele Ambrosiani disse che la giovane donna sembrava turbata. Ambrosiani e la sua compagna, il giorno dopo la presunta violenza sessuale, hanno visto le due ragazze rientrare al B&B verso le 15: “Sono scese dal taxi e la mia compagna ha notato che avevano gli stessi vestiti che indossavano la sera prima, quando sono uscite”. Il fatto che avessero trascorso la notte fuori è apparsa ai due come una stranezza, perché le giovani “erano qui da parecchi giorni e non erano ragazze che uscivano tutte le sere, se non ricordo male non erano proprio mai uscite di sera e men che meno erano rimaste fuori a dormire”. Cosa sia successo quella notte, Ambrosiani non può saperlo.
Ma la sua impressione è che da quel momento in poi le due ragazze non fossero più le stesse: “Erano silenziose e pensierose, soprattutto la ragazza italo-svedese. Noi ci siamo immaginati che probabilmente avevano litigato fra loro”. Poi però, un giorno dopo Ferragosto, “sono arrivati due carabinieri in borghese a farci domande e abbiamo capito”. Al B&B di Palau la 19enne era ospitata insieme alla sua amica. Anche quest’ultima sarebbe stata vittima delle violenze del gruppo di amici. Le due, la sera prima, erano state alla discoteca Billionaire dove avevano conosciuto Ciro Grillo, figlio del fondatore dei Cinque Stelle ed i tre amici genovesi, Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria.
Il titolare del B&B Ambrosiani ha poi raccontato che Silvia, il giorno successivo, gli avrebbe chiesto se avesse una bicicletta per andare a Palau, il comune più vicino alla località di cui si trova il B&B. “Mi è sembrata nervosa, aveva i modi e l’aria di chi aveva fretta di fare qualcosa, tant’è che le ho detto: se vuoi ti accompagno io in macchina. Mi ha detto che no, preferiva andare da sola. Ho saputo soltanto adesso che voleva andare in farmacia a prendere la pillola del giorno dopo. Lì per lì mi è parsa un po’ agitata, appunto. Nervosa”.
Nella scorsa udienza non sono mancati gli scontri in aula, a Tempio Pausania, tra gli avvocati della difesa e il Tribunale dall’altra. Proprio a causa delle carenze tecnologiche. Tanto che il Presidente del Tribunale Marco Contu dopo una breve sospensione dell’udienza si è ritirato in camera di consiglio e, dopo un consulto con il presidente del Tribunale di Tempio Pausania Giuseppe Magliulo, ha rinviato il processo a domani annullando anche l’appuntamento del 2 novembre.
Sempre domani mattina, oltre a Maika Pasqui e Daniele Ambrosiani, i due titolari del B&B, ci saranno anche Francesca Brero e Marco Grusovin, i due istruttori di kitesurf di Porto Pollo dove la studentessa italo-norvegese prendeva lezioni. Che dovranno raccontare in aula lo stato d’animo della giovane al’indomani del presunto stupro. E ancora, è prevista la presenza della ginecologa Marta Castiglioni, la psicologa Laila Micci e la medico legale Vera Gloria Merelli. Sono i tre medici che 9 giorni dopo la presunta violenza sessuale hanno visitato Silvia alla Clinica Mangiagalli di Milano. E sono stati loro a mandare tutto agli inquirenti “ravvisando gli estremi di un delitto procedibile d’ufficio”, avevano scritto i tre medici. Nel referto risulta che la giovane aveva lividi da pressione, riconducibili a suo dire alla costrizione ed alla violenza sessuale. Così come all’avambraccio destro, alla gamba destra ed alla gamba sinistra.
Ma cosa era accaduto nella notte tra il 16 e il 17 luglio del 2019 nella villa in Costa Smeralda di Beppe Grillo, in uso dal figlio, allora ventenne, Ciro e ai suoi amici? Nella denuncia presentata del 26 luglio 2019 presso la stazione dei Carabinieri di Milano Porta Garibaldi, la giovane ha raccontato in ogni particolare quanto sarebbe avvenuto in quella notte al termine di una serata al Billionaire a Porto Cervo. La ragazza era in vacanza e la sera del 16 luglio decise di andare nel locale con un’amica, lasciando la sorella più piccola nel B&B. Lì, con un’amica, incontrò i quattro giovani di Genova, tra cui il figlio di Grillo, e iniziarono a fare amicizia. Al momento di tornare al B&B S. e R, non avrebbero trovato un ‘taxi disponibile’. “Per questo i quattro ragazzi ci proponevano di fermarci a dormire a casa loro, dove ci recavamo in taxi tutti insieme”, ha raccontato la giovane. “Abbiamo chiacchierato un po’ – si legge ancora nella denuncia – gli altri hanno fumato e bevuto, io non ho bevuto né fumato”.
L’amica si sarebbe messa a cucinare la pasta e Francesco Corsiglia, sempre secondo la denuncia, avrebbe chiesto alla ragazza italo-norvegese di accompagnarlo in una camera da letto per prendere delle coperte. Qui la ragazza, a suo dire, avrebbe subito le prime pesanti avances: “Dapprima mi ha baciato in bocca, io l’ho fermato dicendo che non volevo”. Da qui altre avances e la pretesa di sesso orale ma la ragazza si sarebbe divincolata e sarebbe tornata dagli altri. Dopo la spaghettata, Vittorio Lauria avrebbe dato alla ragazza “un pantaloncino e una t-shirt per dormire”. “Ma una volta a lette per la ragazza sarebbero iniziati i problemi. Nella ricostruzione della italo-norvegese il primo a infilarsi sotto le sue lenzuola sarebbe stato di nuovo Corsiglia”. E qui inizia il racconto del presunto stupro. Non solo sul letto ma anche sotto la doccia.
“Mi ha spinto sotto la doccia – ha raccontato la ragazza ai Carabinieri – ha aperto l’acqua e mi ha spinto contro la parete… Gli ho detto per due volte di smetterla, che era n animale e uno stronzo, ma lui ha continuato più forte tirandomi i capelli”. Dopo il presunto stupro di gruppo subito nella villa di Beppe Grillo in Costa Smeralda, la giovane studentessa, che oggi vive all’estero, avrebbe svegliato la sua amica, che stava dormendo sul divano, per raccontarle di essere stata violentata,ma quest’ultima avrebbe fatto “spallucce” perché mezza addormentata. “Mi sono seduta a terra accanto a lei – aveva fatto mettere a verbale la giovane – l’ho svegliata, inizialmente non riuscivo bene a parlare, mi chiedeva che cosa avevo e le dicevo ‘mi hanno violentata’. R. inizialmente non capiva e glielo ripetevo, poi le chiedevo se potevamo andare a casa. R. si è seduta sul divano e mi ha fatto spallucce: io ho ripetuto di andare via perché stavo male e mi avevano violentata, ma lei non diceva nulla. Io l’ho presa e l’ho fatta alzare dal divano, le ho detto di vestirsi per andare via”.
Ma Vittorio Lauria le avrebbe convinte a rimanere, secondo la ricostruzione della Procura guidata da Gregorio Capasso. “Ci chiedeva di aspettare un po’ di tempo perché avendo bevuto alcolici Francesco non poteva guidare e si doveva riposare”. Ma a quel punto l’incubo non sarebbe finito, secondo il racconto della ragazza. Sono intanto le nove del mattino. “Sul tavolo c’è una bottiglia di vodka dall’odore ‘strano’ e che secondo i ragazzi ‘è impossibile da finire”. Vittorio Lauria a quel punto si sarebbe alzato e diretto con il liquore verso la ragazza: ‘Mi afferrava con forza la testa, con una mano mi teneva il collo da dietro e con l’altra mi forava a berla tutta, Sentivo che mi girava la testa dopo avere bevuto, non ricordo bene”. Poi altre violenze, stavolta di gruppo, come racconta S.J. Sono quasi le tre del pomeriggio quando le ragazze prendono un taxi e tornano al B&B. La denuncia è stata poi presentata 9 giorni dopo a Milano. Domani sarà un’udienza cruciale, dunque, per alcuni versi decisiva. Il procuratore Capasso dovrà decidere se proseguire con le testimonianze o ascoltare i consulenti tecnici.