Si stringe il cerchio attorno all’assassino, o agli assassini, di Ismaele Lulli, il giovane di 17 anni ritrovato sgozzato in un boschetto della provincia di Pesaro Urbino. Due giovani albanesi vengono sentiti in queste ore dai carabinieri. Per il momento non ci sarebbero provvedimenti di fermo, ma l’attenzione dei militari è particolarmente concentrata su di loro. I due sono amici della vittima, entrambi ventenni (20 e 21 anni), senza precedenti penali. A loro i carabinieri sarebbero risaliti attraverso i tabulati telefonici del cellulare della vittima. Di Ismaele, studente dell’istituto alberghiero di Piobbico, si erano perse le tracce da domenica pomeriggio, quando aveva inviato un sms ai familiari che diceva: “Cambio vita, vado a Milano, non mi cercate”. Ma non si esclude che a scriverlo siano stati i suoi assassini per ritardare le ricerche. Che ad agire siano state più persone, lo fanno pensare i segni di trascinamento del corpo: il ragazzo è stato ucciso accanto a una croce in ferro e poi gettato in un dirupo. Per farlo, dato che Ismaele era magro, anche se alto un metro e ottanta, dovevano essere almeno in due. Quanto al movente, si pensa ad uno sgarro per questioni di ragazze o a debiti non pagati per piccolo spaccio di droga. In ogni caso ad un chiarimento finito in tragedia, se non addirittura a un omicidio premeditato. Il giovane, infatti presenta sul corpo diverse tracce di nastro adesivo per pacchi, come se avessero tentato di legarlo. Oppure è stato legato e poi il caldo di questi giorni ha fatto gonfiare il corpo e i legacci sono saltati. Un delitto feroce: chi lo ha sgozzato lo ha fatto con violenza, tanto che Ismaele è stato quasi decapitato. Sul corpo altri tagli e escoriazioni, ma sarà l’autopsia, fissata per questo pomeriggio nell’ospedale di Torrette ad Ancona, a stabilire se si tratti di ferite da trascinamento o riportate durante la caduta nel dirupo, oppure di coltellate inferte post mortem. I carabinieri escludono altri scenari, tipo messe nere, simulazioni di atti terroristici o un gioco finito male. Affranto il sindaco Giannalberto Luzi, ex presidente di Coldiretti Marche. Ismaele “è una vittima del nostro tempo” come il sedicenne morto per ecstasy a Riccione, una vittima di un modo adulto che non sa “gestire” o dedicare sufficiente attenzione ai ragazzi “dai 13 ai 18 anni, nel momento più delicato”.