“Crediamo che sia assolutamente prioritario per il nuovo Ministro della Salute Orazio Schillaci e il sottosegretario Marcello Gemmato affrontare con la massima urgenza il gravissimo problema della carenza degli organici negli ospedali. C’è bisogno di un intervento coraggioso, in controtendenza rispetto al passato, che serva a frenare l’emorragia che sta svuotando le corsie dei nostri nosocomi. I dati dell’Agenas, d’altronde, sono impietosi: dal 2005 ad oggi per 100 medici andati in pensione 10 non hanno trovato un sostituto. Questo su scala nazionale con alcune regioni, come Lazio, Campania e Sicilia dove sale a 31 il numero di sanitari non sostituiti”.
E’ quanto dichiara Gianluca Giuliano, Segretario Nazionale della Ugl Salute.
“L’assoluta inerzia mostrata in passato dai vari Governi di fronte a questo fenomeno – prosegue il sindacalista – è una colpa grave perché a pagarne dazio sono stati i cittadini a cui il diritto all’assistenza è stato di fatto, in troppi casi, negato. Formare ed inserire nel mondo del lavoro le nuove leve deve essere uno dei punti in cima all’agenda della rifondazione del SSN.
Le corsie si svuotano, l’Ugl Salute: “Nei prossimi cinque anni saranno poco meno di 30.000 i medici e 21.000 gli infermieri ad andare in quiescenza”
Sempre l’Agenas ci informa che nei prossimi cinque anni saranno poco meno di 30.000 i medici e 21.000 gli infermieri ad andare in quiescenza su un esercito di oltre 103.000 (medici) e 246.000 (infermieri) attualmente in servizio. La stima è di un fabbisogno totale di oltre 55.000. Ma se i giovani non ritengono più attrattive queste professioni sanitarie come si affronterà il problema?”
Le corsie si svuotano, l’Ugl Salute: “Turni massacranti, aggressioni fisiche e verbali, rischio di burn-out, l’Italia non si è adeguata negli ultimi 5 anni”
Inoltre, prosegue Giacomelli, “La vita di corsia non ha più il fascino di un tempo, inutile nasconderlo. Turni massacranti, aggressioni fisiche e verbali, rischio di burn-out, emolumenti che hanno visto l’Italia non adeguarsi, negli ultimi 5 anni, come accaduto per altre nazioni europee. Ecco allora che all’addio per pensionamento in tanti altri casi si è andata sommare la scelta verso il privato o addirittura la fuga all’estero verso migliori condizioni. Non c’è tempo da perdere quindi. Serve una revisione profonda del SSN prima che questo non imploda definitivamente su sé stesso” conclude Giuliano.
Max