Il copione della crisi greca già visto nei mesi scorsi rischia di ripetersi al G7, con gli Usa in pressing e l’Eurozona che cerca una soluzione all’ultimo minuto che eviti il peggio. Il dossier Grecia, quindi, ormai è chiaro, è finito di prepotenza nell’agenda del vertice dei ministri delle Finanze e governatori a Dresda che inizia oggi e finisce domani.La Grecia vuole un accordo entro domenica. Lo ha detto il portavoce del governo greco Gabriel Sakellaridis – scrive Bloomberg – spiegando che Atene sta facendo del suo meglio per evitare un default e che una intesa sarà raggiunta molto presto. Tutti – ha aggiunto – anche i creditori, vogliono evitare un default del Paese.“In assenza di un accordo rapido” si potrebbero materializzare i rischi “di un aggiustamento al rialzo dei premi sul rischio dei paesi dell’eurozona più vulnerabili”. E’ l’allarme che lancia la Bce nel Financial Stability Review, sottolineando che “la lunghezza e l’incertezza delle trattative” portano “estrema volatilità nella Borsa greca”.Il governo greco vuole “la ristrutturazione del debito”. Lo ha detto il ministro delle finanze Yanis Varoufakis parlando in Parlamento ad Atene, secondo quanto riporta Bloomberg. La pressione dei creditori sulla revisione dell’Iva, ha aggiunto, è “asfissiante”.L’accordo per sbloccare gli aiuti alla Grecia si avvicina, con Atene che parla di una bozza già sul tavolo dei negoziatori. Ma da Bruxelles trapela prudenza, mentre Berlino è apertamente scettica. Il negoziato finisce sul tavolo del G7 finanziario, dove il pressing degli Usa per un compromesso e la presenza del Fmi potrebbero imprimere un’accelerazione. “Abbiamo fatto passi avanti, siamo alle battute finali, l’accordo è vicino”, annuncia il premier Alexis Tsipras. Da Atene filtra che dal Brussels Group, che vede la Grecia da una parte e i creditori della ’troika’ dall’altra, il negoziato sarebbe sfociato addirittura in una bozza di accordo: il documento parlerebbe di una riforma alle aliquote iva e un abbassamento degli obiettivi di surplus primario per quest’anno, una mediazione fra le richieste di Atene e quelle di Ue e Fmi. Mentre resterebbero fuori pensioni e mercato del lavoro, dove si cela un punto di attrito sul rialzo del salario minimo, cavallo di battaglia di Syriza.