In una epoca come la nostra, satura dansie sia in campo economico che politico, il 9 maggio la biennale di Venezia presenterà All the worlds futures. Fa sentire la sua ’voce’, da’ vita al ’Parlamento delle forme’, per tornare a osservare, come dice il presidente della Biennale, Paolo Baratta, “il rapporto tra l’arte e lo sviluppo della realtà umana, sociale, politica, nell’incalzare delle forze e dei fenomeni esterni”. A dare sostanza alla coralita’ multidisciplinare delle arti, alla loro ’responsabilita’’ rispetto alla societa’ civile, sono stati chiamati 136 artisti, dei quali 89 presenti per la prima volta, provenienti da 53 Paesi. Tra gli invitati, quattro italiani – oltre a Mauri, Pino Pascali, Monica Bonvicini e Rosa Barba – piu’ una rivista, o sul fronte internazionale nomi come Baselitz, Boltanski, Dumas, Holler, Nauman, solo per citarne alcuni. A loro il compito, attraverso performance, installazioni, dipinti, disegni, video, sculture o opere grafiche, di porre interrogativi, suggerire risposte, insinuare dubbi.