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    Allarme Oms: “Torna il colera, focolai in 27 Paesi e letalità più alta”

    (Adnkronos) – Nel 2022 il ritorno del colera. A lanciare l’allarme è l’Organizzazione mondiale di sanità che parla anche di letalità più alta, oggi in occasione del consueto incontro con la stampa. “Un’altra malattia che sta tornando in modo indesiderato – ha annunciato il direttore generale dell’agenzia Onu per la salute, Tedros Adhanom Ghebreyesus – è il colera. Nell’ultimo anno abbiamo assistito a un preoccupante aumento di focolai in tutto il mondo, dopo anni di calo dei casi. Solo nei primi 9 mesi” del 2022, “sono 27 i Paesi che hanno segnalato focolai”.  

    E “non solo stiamo assistendo a più focolai – avverte il Dg – ma anche a focolai mortali. I dati di cui disponiamo, che sono limitati, mostrano che il tasso medio di letalità”, il Case Fatality Rate, “finora quest’anno è quasi 3 volte il tasso degli ultimi 5 anni”. Fra i Paesi che registrano le situazioni più gravi c’è la Siria, dove “sono stati segnalati oltre 10mila casi sospetti di colera solo nelle ultime 6 settimane. Ad Haiti – continua il Dg – dopo oltre 3 anni senza colera questa settimana sono stati ufficialmente segnalati 2 casi, e sono 20 i casi sospetti e 7 morti indagati in altre aree. Ed è probabile che il numero effettivo di casi sia significativamente più alto”. Per Haiti in particolare questa è “una battuta d’arresto poiché il Paese si stava preparando a essere certificato come libero dal colera entro la fine dell’anno”.  

    La malattia si nutre “di povertà e conflitti”, fa notare il capo dell’Oms. Ma ora “c’è anche un sovraccarico legato al cambiamento climatico – osserva il Dg Tedros – Eventi climatici estremi come inondazioni, cicloni e siccità riducono ulteriormente l’accesso all’acqua pulita e creano l’ambiente ideale per la diffusione del colera”. Per esempio il Pakistan colpito da inondazioni ora fa i conti con focolai di malaria, colera e Dengue. “Il colera può uccidere in poche ore, ma può essere prevenuto e anche curato facilmente con la reidratazione orale o antibiotici per i casi più gravi. Ma la realtà è che molte persone non hanno accesso a questi semplici interventi. Nel 2013, l’Oms e i suoi partner hanno creato una scorta internazionale di vaccini contro il colera, l’anno scorso sono stati spediti 27 milioni di dosi. Ma con un numero crescente di focolai, l’offerta non riesce a tenere il passo con la domanda. Esortiamo dunque i principali produttori mondiali di vaccini a parlarci di come possiamo aumentare la produzione”, conclude.