(Adnkronos) – I risultati di una network meta-analysis (Nma) che ha confrontato la triplice e la duplice terapia di Gsk con altre opzioni terapeutiche dimostrano che l’associazione di fluticasone furoato, umeclidinio e vilanterolo (Ics+Laba+Lama) e quella umeclidinio e vilanterolo (Laba+Lama) si distinguono per efficacia, in termini di miglioramento della funzionalità polmonare e riduzione delle riacutizzazioni, rispetto agli altri trattamenti a disposizione per i pazienti con broncopneumopatia cornica ostruttiva (Bpco). Lo comunica l’azienda Gsk in una nota.
Questa analisi statistica di dati aggregati prodotti da più studi comparativi, utilizzate per confrontare, in mancanza di studi diretti, l’efficacia e la sicurezza di tre o più trattamenti destinati alla medesima indicazione clinica, permettendo di definire una graduatoria di efficacia e di sicurezza, è stata presentata alcune settimane fa al congresso della Società europea di pneumologia, a Barcellona e, in precedenza a maggio, all’American thoracic society di San Francisco. Risultati di questo tipo si erano già visti dal confronto diretto della duplice terapia (umeclidinio e vilanterolo) sia verso tiotropio e olodaterolo che glicopirronio e formoterolo e la triplice (fluticasone furoato, umeclidinio e vilanterolo) rispetto alle altre triplici terapie Ics/Lama+Laba e alle duplici terapie Ics/Laba e Laba/Lama, che rappresentano il gold standard, cioè la terapia di riferimento, delle evidenze scientifiche.
In particolare – si legge nella nota – dalla metanalisi si evince che la triplice associazione di Gsk mostra esiti clinici favorevoli in termini di miglioramento della funzionalità polmonare e riduzione delle riacutizzazioni. Per quanto riguarda umeclidinio e vilanterolo, i risultati rafforzano le evidenze dell’efficacia a lungo termine, con un miglioramento significativo del trough FEV1, un parametro fondamentale per la valutazione della funzione polmonare attraverso la spirometria, rispetto sia ai broncodilatatori in monoterapia e alle combinazioni doppie Lama/Laba.
Per arrivare alle conclusioni della Nma, sono stati analizzati circa 10 mila studi nel corso di 3 anni e mezzo (dal 17 marzo 2017 al 16 ottobre 2020) e ne sono stati identificati 23 che rispondevano ai criteri di inclusione: 15 studi che riportavano i dati di trough FEV1 a 12 settimane, 5 studi a 24 settimane e 17 studi che riportavano invece i dati sul tasso di riacutizzazioni. Il miglioramento della funzione polmonare a 12 e 24 settimane è risultato significativamente maggiore per la triplice (fluticasone furoato, umeclidinio e vilanterolo) rispetto alle terapie di confronto, sia duplici che triplici a singolo erogatore (specificamente, entrambi i dosaggi di budenoside, glicopirronio e formoterolo).
Sul fronte delle riacutizzazioni, nella meta analisi sono stati inclusi 17 studi. La combinazione fluticasone furoato, umeclidinio e vilanterolo è risultata significativamente più efficace nel ridurre il tasso annuale di riacutizzazioni rispetto alle terapie duplici e ad entrambi i dosaggi di budenoside, glicopirronio e formoterolo ed è numericamente superiore a beclometasone dipropionato, formoterolo e glicopirronio con una differenza del 27%. La revisione sistemica della letteratura per la duplice terapia ha preso in esame 8.171 studi, selezionandone 49 in base ai criteri di inclusione richiesti. Al momento sono disponibili i dati relativi al trough FEV1. L’associazione umeclidinio e vilanterolo ha dimostrato in questo caso un miglioramento decisivo della funzionalità respiratoria rispetto alle altre terapie prese in esame (broncodilatatori singoli o combinazioni duplici, sia a 12 che a 24 settimane). In particolare si è osservato un vantaggio importante su glicopirronio/formoterolo di 87 mL e di 42-55 mL rispetto ad entrambi i dosaggi di tiotropio/olodaterolo.
Certamente i trial testa a testa rappresentano il gold standard delle evidenze in ricerca clinica, tuttavia alcuni confronti possono richiedere una dimensione campionaria molto ampia o una lunga durata dei trattamenti, fattori che aumentano la complessità e i costi dello studio. Pertanto, in assenza di confronti diretti, la possibilità di una comparazione indiretta offerta da una meta-analisi a rete può fornire una risposta ai quesiti clinici