E’ il momento di mostrarsi uniti e mettere fine alle polemiche interne che avvantaggiano gli avversari e “indeboliscono Forza Italia”. A poco meno di due mesi dalle regionali, Silvio Berlusconi torna a farsi sentire nel tentativo di portare ordine nel suo partito ma incassa il “tradimento” del candidato di centrodestra in Puglia Francesco Schittulli. Il medico barese molla gli azzurri e sceglie di proseguire “la campagna elettorale con le forze politiche e i movimenti che hanno condiviso” il suo progetto, ovvero con il leader dei ribelli azzurri Raffaele Fitto. Un duro colpo per il Cavaliere che aveva appena lanciato un appello all’unità nel corso di uno scambio di auguri pasquali ad Arcore con un gruppo di militanti. “Stare in un movimento politico significa accettarne le regole, discutere liberamente, e poi collaborare lealmente alla linea che la maggioranza ha deciso”, ammonisce. Il leader di Fi si rivolge a tutto il gruppo dirigente azzurro e a qualche “ex”, come Sandro Bondi, che dopo aver lasciato il partito “dovrebbe fare i conti con la propria coscienza, restando almeno in silenzio”. Ma l’ex coordinatore azzurro non ci sta: dopo aver parlato di “linciaggio” nei suoi confronti e di “miseria morale e politica di Forza Italia”, replica al suo ex “presidente” con una nota al vetriolo: “Non staremo in silenzio. Intendiamo restare persone libere e autonome”, dice parlando anche a nome della senatrice e sua compagna Manuela Repetto. E’ la rottura di un rapporto personale di amicizia con Berlusconi iniziato nel 1992 e, soprattutto, la conferma che il partito è ormai dilaniato. L’ex premier ritiene inimmaginabile iniziare una campagna elettorale in questo stato: pesano il caso Fitto in Puglia, l’addio di Bondi con il suo strascico di veleni, il “fuoco amico” sul “cerchio magico” guidato da Mariarosaria Rossi e i malumori per l’alleanza scomoda con la Lega di Matteo Salvini. Da qui l’invito a “accettare le regole” e ad adeguarsi “alla maggioranza”. “Solo a queste condizioni si può continuare ad affrontare con successo le sfide che ci attendono”. Ma “anche in Fi – sottolinea – stanno purtroppo emergendo le patologie della vecchia politica: protagonismo, rissosità e frazionismo”.