(Adnkronos) – In 600 immagini il racconto della prima missione di difesa planetaria mai realizzata: la sonda
Dart della Nasa ha impattato la notte scorsa l’asteroide Dimorphos per mostrare che un oggetto costruito dall’uomo può cambiare la rotta di un piccolo corpo celeste. E a testimoniare il successo della missione è stato il piccolo satellite
LiciaCube italiano dell’Asi, costruito dall’azienda torinese Argotec, che ha scattato centinaia di foto dello scontro, immagini che terranno impegnate intere comunità di scienziati a studiare gli effetti del deragliamento e la natura di un asteroide finalmente visto così ‘da vicino’. “E’ un momento d’oro per le attività spaziali italiane, stiamo investendo tanto nello spazio e si vedono importanti ricadute in termini di missioni e anche di dialogo dell’Italia con i grandi player spaziali nel mondo” ha rilevato il presidente dell’Asi, Giorgio Saccoccia, intervenendo alla conferenza stampa a Torino, nella sede di Argotec. “La missione Dart della Nasa e del nostro satellite LiciaCube è stato un grande successo e ringraziamo la Nasa per averci voluto come partner” il capo dell’Asi.
Le prime foto sono arrivate al Centro di Controllo di Torino alle 4,23 di stamane, ora italiana, dimostrando che lo scontro avvenuto a 12 milioni di chilometri di distanza dalla Terra era stato un successo. E che un successo sono stati tutti gli scatti ‘made in Italy’. “Ci siamo svegliati questa mattina con un enorme successo, ed enorme successo è stato anche di LiciaCube” ha commentato Thomas Zurbruchen, Associate Administrator for the Science Mission Directorate della Nasa, aprendo la conferenza stampa a Torino. Zurbuchen ha commentato che si tratta della “prima missione dello spazio profondo per l’Italia e LiciaCube è il primo oggetto italiano nello spazio profondo a realizzare azioni autonome” e che ci sono poche nazioni “a vantare un risultato così”.
Il Ceo di Argotec, David Avino, ha valutato, senza nascondere il suo orgoglio, che siano stati circa 620 gli scatti arrivati al centro torinese dallo spazio profondo. “E’ doveroso ricordare che la missione di LiciaCube è stata possibile grazie alla cooperazione fra Asi e Nasa” ha tenuto a sottolineare Avino rilevando l’ottimo lavoro svolto dal piccolo cubesat italiano, di appena 14 chili di peso. “Già risvegliarlo dopo 15 giorni di viaggio nello spazio e ritrovarlo in salute – ha osservato Avino- è stato un grandissimo successo. Poi alle 4,23 è arrivata la prima immagine ed è stato davvero significativo ed emozionante”. “Abbiamo capito che ce l’avevamo fatta e non era scontato” ha scandito ancora il manager.
Anche la comunità scientifica ha esultato guardando alle tante risposte che arriverranno da questa inedita missione che ha sperimentato come se siamo capaci a difenderci in caso di scontro fra la Terra ed un asteroide. “E’ la prima volta che un sistema binario di asteroidi venga osservato in sito, avremo molte altre immagini e condurremo molte analisi. Il lavoro che ci aspetta adesso sarà sorprendente e si prospetta già un grande successo, questa missione è una sfida tecnologica e scientifica e ringraziamo tutti i partner” è stato uno dei commenti a caldo della scienziata Elisabetta Dotto, Science Team Lead dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf). Nell’ambito della missione, la prima di ‘difesa planetaria’ della Nasa, l’Italia ha dunque un ruolo di rilievo con Asi e Argotec e anche Leonardo ha fornito un supporto alla Nasa con il suo sensore d’assetto che ha contribuito a guidare, con grandissima precisione, la sonda Dart verso l’impatto contro l’asteroide. Il sensore made in Italy è infatti in grado di ‘puntare’ una monetina da 1 euro a 2.5 chilometri di distanza. (di Andreana d’Aquino)