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    Elezioni 2022, Donzelli: “Letta a Berlino chiede aiuto per screditare Meloni” – Video

    (Adnkronos) – Le elezioni 2022 alle porte, l’Ungheria di Orban, il Pnrr, ma anche Letta e il viaggio a Berlino “per screditare Meloni”, il dietrofront di Salvini su Putin e l’invio di armi in Ucraina. Il deputato e responsabile nazionale organizzazione di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli ospite oggi di Adnkronos Live. 

    UNGHERIA – Per il Parlamento Ue l’Ungheria non è una “democrazia”? “L’Ungheria e Orban hanno votato alle Nazioni Unite con l’Occidente, contro la Russia, per far parlare Zelensky. Nonostante l’Ungheria abbia dimostrato di voler stare da questa parte del campo, stanno facendo di tutto per regalarla alla Russia. E’ un errore strategico. Dobbiamo cercare di avvicinare più Nazioni possibile dalla parte dell’Occidente, della libertà. Non regalare Nazioni alla Russia”, dice Donzelli ospite di Adnkronos Live. 

    Per lei, l’Ungheria va considerata ancora una democrazia? “Secondo me se votano i cittadini, non ci sono brogli e scelgono, è una democrazia”, osserva Donzelli. “Se l’Ungheria è o no una democrazia va visto tecnicamente, non politicamente in base agli interessi economici della Germania o di altre Nazioni. Credo si debba lavorare per fare un’Europa inclusiva, forte, davvero unita. Invece – rimarca ancora l’esponente di Fratelli d’Italia – abbiamo l’impressione che troppe volte in Europa alcuni lavorino per fare un club ristretto di pochi privilegiati. Questo indebolisce l’Europa”. 

    PNRR – Secondo lei, l’Europa proverà a chiudere i rubinetti del Pnrr all’Italia in caso di vittoria della destra alle elezioni? “No – replica Donzelli -, non converrebbe all’Europa. Non ha senso, nessuno darà motivo per fare questo. Crediamo che il Pnrr debba essere messo a terra. Non siamo convinti che il governo dei cosiddetti migliori abbia fatto tutto il possibile per fare dei buoni progetti, ci sono dei ritardi gravi su cui dovremo lavorare”. “Quando noi diciamo di rinegoziare il Piano nazionale di ripresa e resilienza, è un interesse comune, condiviso. Il Pnrr – insiste Donzelli – è stato scritto un’era geologica fa: nel frattempo c’è stata la guerra, l’impennata delle bollette, la crisi energetica”.  

    LETTA – L’incontro Letta-Scholz? “Sono preoccupato non tanto per i tedeschi ma per Letta. E’ in difficoltà e, come si fa nei quiz, ha chiesto l’aiuto a casa: anzi, fuori casa. Arrivando in Germania Letta aveva due possibilità: la prima, provare a strappare un tetto europeo al prezzo del gas e quindi rafforzare l’Italia; l’altra, chiedere un aiuto per screditare la Meloni e il prossimo governo sapendo di perdere. Ha giocato la seconda, ha giocato contro l’Italia”, dice ancora Giovanni Donzelli commentando ad Adnkronos Live il viaggio a Berlino del segretario del Pd e le critiche della Spd a Giorgia Meloni. 

    SALVINI – Salvini dice di aver cambiato idea su Putin con la guerra in Ucraina: una conversione tardiva? “Non è una conversione, niente è tardivo. L’importante – spiega ancora Donzelli -, chiaramente, è essere schierati tutti per la libertà. Non mi permetto di giudicare Salvini, però sicuramente l’invasione dell’Ucraina ha cambiato l’opinione di tutti nei confronti della Russia. Ricordo anche Letta, che andava a braccetto con Putin e cercava di intrattenere relazioni con lui…”. 

    Da parte dell’Occidente sicuramente “sono stati commessi degli errori, ma qualsiasi riflessione viene sospesa nel momento dell’invasione in Ucraina. Da quel momento c’è chiaramente un giusto e uno sbagliato, un torto e una ragione. Non ci possono essere più dubbi”, sottolinea Donzelli.  

    ARMI ALL’UCRAINA – Direste sì all’invio di nuove armi a Kiev, se necessario? “Questa guerra la dobbiamo vincere. Speriamo non sia necessario, però ovviamente non possiamo permetterci che vincano la Russia e la Cina. Quindi tutto quello che è necessario fare per far vincere l’Occidente, noi siamo pronti a farlo”, risponde ad Adnkronos Live. Per l’esponente di Fratelli d’Italia, le “ripercussioni economiche” del conflitto in Ucraina “devono essere condivise. Se siamo tutti sulla stessa barca come Occidente, non possiamo pensare che l’Italia paghi le conseguenze delle sanzioni alla Russia più di altre Nazioni”.