(Adnkronos) – Arriveranno veramente i razionamenti per il consumo di gas ed energia elettrica? In attesa che sia il governo a predisporre i provvedimenti necessari a imporre i sacrifici che serviranno, un’analisi dei dati disponibili consente di sostenere che almeno nel settore industriale i razionamenti ci siano già. Sono quelli volontari, scelti per limitare i costi a fronte della corsa incontrollata dei prezzi di gas ed elettricità (oggi il metano ad Amsterdam ha toccato il nuovo massimo storico, a 339 euro al Megawattora).
Alcune aziende hanno ridotto la produzione, altre hanno allungato le ferie, altre ancora hanno rallentato i ritmi delle lavorazioni. Una reazione che non ha nulla di strutturale, che serve solo a limitare i danni, ma che consente almeno di prendere tempo, sperando che la situazione migliori, con il sostegno della politica economica.
Non ci sono ancora ovviamente i dati di agosto, ma già guardando a luglio il rallentamento dell’attività è evidente. I dati di Terna certificano che la variazione tendenziale di luglio 2022 (rispetto a luglio 2021) dell’indice dei consumi elettrici industriali risulta in diminuzione del 12,3% con dati grezzi; con dati destagionalizzati e corretti dal calendario la variazione diventa -12%. Nei primi sette mesi dell’anno la variazione dell’indice è in flessione del 2,8% rispetto allo stesso periodo del 2021. Significativo anche il confronto con il mese precedente. Anche in termini congiunturali, il valore destagionalizzato e corretto dagli effetti del calendario dell’indice dei consumi elettrici industriali di luglio 2022 registra una flessione pari all’ 8,1% rispetto a giugno 2022.
Analogo il trend sul fronte del gas. Un’elaborazione dell’Ispi sui dati di Snam segnala che negli ultimi tre mesi il settore industriale ha consumato il 16% in meno di gas rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. I dati pubblicati dall’Arera, l’Autorità dell’Energia, con l’eccezione del 2020, l’anno segnato dalla pandemia, indicano un consumo di gas naturale costante da parte del settore industriale compreso fra 10 e 11 mld di metri cubi. E’ prevedibile che se la crisi energetica si protraesse nei prossimi mesi, anche a prescindere da razionamenti imposti, il 2022 possa chiudersi sensibilmente sotto la media. (di Fabio Insenga)