Venti, gli anni stabiliti dai giudici della Corte dAssise dappello di Milano per il ghanese Adam Kabobo, che nel maggio 2013 uccise a picconate tre passanti nella zona Niguarda, in Lombardia. La pena è stata ritenuta scandalosamente modesta dal figlio di una delle vittime. Infatti il processo, avvenuto a porte chiuse, è stato celebrato con rito abbreviato.
I legali di Kabobo, Benedetto Ciccarone e Francesca Collasuono, già in primo grado hanno richiesto insistentemente di riconoscere la totale incapacità di intendere e volere del loro assistito, che soffre di schizofrenia paranoide, ma già allora il gup Manuela Scudieri aveva individuato il solo stato di semi infermità mentale dellimputato. Il nostro assistito è sempre smarrito, assente, non diverso da come era tempo fa, sempre sottoposto a cure psichiatriche perché ha una malattia mentale che lo debilita, hanno sostenuto in tribunale i legali, in presenza di alcuni parenti delle vittime, quali Daniela Carella, 21 anni, Alessandro Carolè, 40 anni ed Ermano Massini, 64 anni. Alla luce dei fatti Kabobo dovrà trascorrere tre anni in una casa di cura per disturbi mentali, dopo aver scontato gli anni in carcere. Nel frattempo il giudice ha approvato i risarcimenti, richiesti dai familiari delle vittime, che ammontano a somme superiori a 100mila euro.