Quando parlano degli ‘avversari’, riescono addirittura a far resuscitare i fantasmi di un’ipotetica ‘marcia su Roma’, od al peggio periodo nazista targato ‘SS’. In tutto ciò però, con altrettanta abilità, sviano da un passato – il loro – che andrebbe invece onorato ed emulato, quando la sinistra era la speranza del popolo, degli operai, dei meno fortunati. Oggi infatti dietro l’egida del Pd si cela l’eredità della corrente – per modo di dire – più ‘estremista’ della vecchia Dc, oltretutto venata da un’insopportabile ‘spocchia’ radical chic, ormai stagnante, che sopravvive soltanto nei vecchi salotti romani.
Un’analisi forse spietata, eccessiva, ma non di parte la nostra. E’ il frutto dell’esasperazione, rispetto all’evidenza, di ‘dover ancora far finta di credere’ che si abbia a che fare con ‘il partito del popolo’ quando invece – Nanni Moretti docet – è da almeno 30 anni che, dalle Botteghe Oscure prima, e dal nazareno poi, non escono parole od iniziative volte al riscatto delle classi sociali più deboli.
Letta: “Colpito dal fatto che al Meeting di Rimini non abbiano apprezzato la proposta di estensione dell’obbligo scolastico”
Dunque, dopo aver trascorso almeno un mese ad insultare gli avversari, e dopo aver cercato di metter su una sorta di ‘armata Brancaleone’ con il solo scopo di prender voti (assicurando così al Paese un’eventuale ‘governo Arlecchino’), oggi il segretario Enrico Letta prova finalmente a fare politica ma, già a giudicare dai mugugni riscossi al Meeting di Rimini (“Sono rimasto colpito dal fatto che al Meeting di Rimini la platea non abbia apprezzato la proposta di estensione dell’obbligo scolastico“), si intuisce che le idee sono poche ed abbastanza ‘banali’.
Letta: “”Io premier? Se me lo chiedono, lo faccio”
Tuttavia, quando oggi lo speaker di Rtl 102.5 gli ha rivolto la domanda diretta, il segretario dem ci ha impiegato un secondo a rispondere: “Io premier? Se me lo chiedono, lo faccio“. Un’affermazione perentoria che, vista ‘aria tira, dovrebbe preoccupare la ‘coalizione’ che sin qui riuscito ad assemblare.
Letta: “Penso che la delusione Conte l’abbia data soprattutto ai siciliani che hanno partecipato alle primarie”
Quindi, sempre pronto a sminuire gli ‘avversari’, riguardo il rapporto con il M5S e le elezioni regionali in Sicilia, Letta ha affermato che “io penso che la delusione Conte l’abbia data soprattutto ai siciliani che hanno partecipato alle primarie. Per motivi incomprensibili si è tradito il patto con i cittadini che hanno votato alle primarie. Penso che ci sia una parola tradita e penso che questo sia un danno”. Poi, il ‘parolone’: “C’è un levantinismo nella nostra politica che mi preoccupa, per me paga la parola data“.
Letta: “Carlo Calenda? E’ una pagina completamente voltata. Guardo avanti”
Inevitabile poi la ‘botta’ anche per Calenda: “Una pagina voltata. Oggi coalizione che comprende Più Europa che stava con Azione. E’ una pagina completamente voltata. Guardo avanti“.
Letta: “Come ha pensato la Flat tax il centrodestra, aiuta i più ricchi”
Altro capitolo, riuscendo finalmente a ‘dire qualcosa di sinistra’, il segretario dem precisa che la Flat tax , se “estesa a tutti è contro la Costituzione, l’articolo 53 stabilisce che chi più ha deve contribuire di più. Come ha pensato la Flat tax il centrodestra, aiuta i più ricchi. Quello proposto da Salvini è un intervento che aiuta le fasce più ricche della popolazione e ha un costo sociale enorme perché comporta tagli. Inoltre, se il costo del lavoro è più basso si è più invogliati a dare contratti stabili“.
Letta: “Gravissimo il video condiviso dalla Meloni, Non si può essere candidato leader di un Paese usando questi strumenti”
Inevitabile infine l’attacco alla ‘temutissima’ Giorgia Meloni, ma non su un programma o una proposta, ma pescando dal gossip, tornando al video dello stupro di Piacenza condiviso, del quale la leader Fdi ha già dato spiegazione ieri: “è stato gravissimo“, sentenzia Letta, “come lo è il fatto che i social abbiano ritirato quel video e cancellato i post di Giorgia Meloni, aspirante leader politica del nostro Paese, che si fa cogliere a violare le regole sui diritti delle persone“. Quindi l’affondo: “Se ci sarà un’indagine? Decidono i giudici. Per me la sanzione a livello di reputazione è immensa. Non si può essere candidato leader di un Paese quando si usano strumenti così abietti“. Infine, per concludere, un accostamento ‘inedito’: “Twitter cancellò i post di un altro leader, Donald Trump, e non è andato a finire bene…“.
Max