(Adnkronos) –
Fiano-Rauti, al via lo scontro nel collegio uninominale di Sesto San Giovanni, alle porte di Milano, tra il deputato Pd, figlio del sopravvissuto alla Shoah Nedo Fiano e la senatrice di Fratelli d’Italia, figlia dell’ex segretario del Movimento Sociale Italiano Pino Rauti. “Ognuno di noi risponde alla storia e ai suoi incroci” e “nel collegio in cui sono candidato non sarà un incrocio qualsiasi, non sarà una competizione qualsiasi”, scrive il deputato dem in un lungo post pubblicato sui social, in cui assicura che “nessuna colpa dei padri o nessun loro merito può ricadere sulle figlie o sui figli, sia chiaro” e con Rauti “ci confronteremo sulle nostre idee per l’oggi e per il futuro”.
Eppure “il fato ha voluto che i nostri cognomi si incrociassero. Ed io non sarò indifferente a questo incrocio che richiama la storia del ‘900 e i suoi orribili accadimenti”, annuncia Fiano, aggiungendo: “Se ne può andare orgogliosi o meno, dei propri padri, dipende. Non conosco i sentimenti di Isabella Rauti per il suo e non ne parlerò. Conosco, invece, la storia di suo padre, Pino Rauti. E’ la storia del neofascismo italiano, dentro e fuori il Movimento Sociale, di Ordine Nuovo da lui fondato, di Julius Evola, suo partner politico e riferimento del neonazismo, del ‘capitano’ Codreanu, di Alain de Benoist e degli altri autori punti di riferimento di Rauti”.
Ecco “io non userò questi argomenti contro Isabella Rauti, perché le colpe dei padri non ricadono sulle figlie, ma nessuno mi impedirà però di parlare della mia storia, in contrapposizione a chi rimase orgoglioso allora di quella del ventennio fascista, senza mai rinnegare. E di certo mi interrogherò su cosa la signora Rauti pensi del retaggio paterno, al netto dell’affetto famigliare. Come mi interrogherò su quanto lei condivida il pensiero di Orban, Putin, Bannon e Dughin sulla democrazia e i diritti civili e sociali”.
“Il mio curriculum, lungo e articolato nei titoli di studio e negli impieghi lavorativi, dovrebbe suggerire al collega Fiano di non chiamarmi semplicemente signora”, replica la senatrice di Fratelli d’Italia, che cerca però di abbassare i toni: “Prendo in parola l’onorevole Emanuele Fiano e gli riconosco l’intelligenza politica nel dichiarare di non voler personalizzare la campagna elettorale e di volersi confrontare sull’oggi e sul futuro”, perché “ritengo che le campagne elettorali servano per informare gli elettori sui programmi, per ascoltarli e per rispondere alle loro domande” e “o si dedica la campagna elettorale all’analisi ed alla storia del Novecento e a quella delle nostre rispettive famiglie; oppure, come credo sia di maggiore interesse per i cittadini, ci si confronta sui programmi dei rispettivi schieramenti”.
“Non vorrei che nella tentazione di guardare al passato l’obiettivo dell’onorevole Fiano fosse quello di tornare a trent’anni fa, quando Sesto San Giovanni era definita la ‘Stalingrado della Lombardia’”, aggiunge poi Rauti, che rispetto al collegio elettorale in cui è contrapposta a Fiano osserva: “Dovremmo anche riflettere sul perché città industriali e operaie, così tanto presenti proprio sul territorio del nostro collegio elettorale, abbiano espresso tutta la loro disillusione verso le ricette salvifiche del comunismo, e conseguentemente un certo voto di opinione si sia spostato decisamente verso il centrodestra”.
“Se l’onorevole Fiano è così curioso, come dice, di conoscere i miei sentimenti personali e i miei affetti familiari, lo invito all’indomani delle elezioni e dei commenti post elettorali ad una chiacchierata, in cui potremo parlare anche della storia del Novecento, soffermandoci insieme su tutti i totalitarismi che in quel secolo hanno tremendamente segnato le vite di milioni di persone. Nel frattempo sono sicura che non mancheranno le occasioni di confronto sui temi dell’attualità politica nazionale e sui programmi elettorali”, conclude la nota di Rauti.