Dopo oltre un mese di ricovero, il medico italiano di Emergency contagiato dal virus Ebola è stato dimesso dall’ospedale “Lazzaro Spallanzani” di Roma. L’annuncio ufficiale è arrivato questa mattina in una conferenza stampa tenuta dai vertici dell’Istituto per le Malattie Infettive e a cui hanno preso parte il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, e la presidente di Emergency, Cecilia Strada. Il dottor Fabrizio Pulvirenti aveva contratto il virus in Sierra Leone e il 25 novembre scorso era stato trasferito presso il nosocomio romano. Valerio Fabio Alberti, commissario straordinario dello “Spallanzani”, ha annunciato la completa guarigione del medico di Emergency: “Possiamo annunciare la guarigione del nostro paziente. Poco più di un mese fa, il 25 ci interrogavamo sulla sorte di questo straordinario medico, che come ha giustamente detto il presidente Napolitano si può annoverare tra le eccellenze italiane, e che ha messo a rischio la propria vita. Da allora non vi nascondo che abbiamo passato momenti duri, e oggi con soddisfazione e orgoglio possiamo annunciare ufficialmente la guarigione del paziente”. Il sangue del dottore cinquantenne sarà inviato in Sierra Leone poiché contiene gli anticorpi attivi contro il virus. Sarà infatti utilizzato per la creazione di plasma in grado di guarire i malati di Ebola. La guarigione del medico siciliano è arrivata dopo che è stato sottoposto a una serie di trattamenti sperimentali, in quanto non esiste ancora una terapia standard. Grazie all’impegno dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, sono stati prodotti i farmaci sperimentali contenenti il plasma di pazienti guariti. Fabrizio Pulvirenti ha raccontato la sua esperienza ringraziando i sanitari dello “Spallanzani” che lo hanno assistito in questo mese: “Dopo i primi giorni durante i quali per mantenere la mente impegnata mi sono messo ad analizzare ogni sintomo in modo sistematico, con l’occhio più scientifico possibile, poi c’è stato un momento in cui la luce della coscienza si è spenta con un buco di due settimane di cui non ricordo assolutamente nulla. In quel momento la carica scientifica e i buoni propositi di mantenere la razionalità sono andati a farsi benedire e il medico è stato spiazzato dal paziente, come è giusto che sia, perché in questa sede e in questo momento sono un paziente. Ringrazio uno a uno i medici dello Spallanzani, abbracciandoli, perché quello che è stato fatto per me credo che sia davvero, davvero grande”.