A Roma scavare sotto terra può comportare la scoperta di un’opera d’arte, in Egitto invece oltre all’arte, si trova anche il gas. E proprio in questo si è imbattuta l’Eni, il gruppo petrolifero italiano: un giacimento nell’offshore egiziano del Mar Mediterraneo con un potenziale stimato di 850 miliardi di metri cubi di gas, che si candida decisamente nella top ten dei giacimenti di rilevanza mondiale. Questa scoperta deve tutto alla strategia vincente della società, in base alla quale sono state portate avanti le ricerche nelle aree mature dei Paesi egiziani, le cui terre hanno avuto sempre un grande potenziale. Infatti Eni è nota per le sue grandi scoperte in Egitto, in cui è presente dal 1954.
Grazie a questo nuovo giacimento ora potrà essere soddisfatta la domanda egiziana di gas naturale, e l’Eni ha promesso di iniziare presto le attività della sua delineazione, per assicurarne lo sviluppo accelerato. In media ci vogliono cinque anni prima di vedere del gas esportato, ma siccome nell’area sono già presenti le strutture dell’azienda, si spera di poter diminuire i tempi.
Inoltre, a favore della scoperta c’è anche la spinta alle rinnovabili, essendo il gas molto più pulito del carbonio e del petrolio, quindi avere la possibilità di spingere i consumi nei trasporti e nell’elettricità verso questo tipo di energia significa dare una mano in più all’ambiente.