I 5 Stelle lanciano l’S.O.S. contro la “legge-bavaglio” sulle intercettazioni (“una legge-vergogna su cui daremo battaglia”), in difesa della “democrazia e dell’informazione”. Oggi il ddl di riforma del processo penale che contiene la delega al governo per mettere mano alle intercettazioni arriva in aula alla Camera e i grillini, che per i tempi contingentati hanno solo un’ora e 11 minuti a disposizione per illustrare i circa 700 emendamenti, hanno già alzato le barricate contro quello che ritengono un “pericoloso “giro di vite” che va “contro i magistrati e contro i giornalisti (i Pm hanno 3 mesi per chiudere l’indagine altrimenti scatta l’avocazione; chi registra e pubblica rischia da 6 mesi a 4 anni di carcere)”. “Da domani (oggi, ndr) – ha attaccato Vittorio Ferraresi in una conferenza stampa cui ha partecipato anche il presidente dell’Ordine dei Giornalisti Enzo Jacopino – sarà all’esame del’aula una delle più vergognose riforme del penale, neanche Berlusconi era arrivato a tanto, e invece ci riescono Renzi e l’Ncd”. “Una riforma – ha rincarato Ferraresi – che pregiudicherà in un colpo solo i diritti dei magistrati, dei giornalisti, degli imputati, delle persone offese”. La “tagliola” dei 3 mesi per i Pm “non fa che paralizzare l’esercizio della magistratura”, e inoltre con le “sanzioni pesanti contro i giornalisti che pubblicano” gli si vuole mettere la “mordacchia”. “Né giro di vite né norma bavaglio. E’ un gran polverone quello sollevato dai 5S ed è brutta la strumentalizzazione di temi così delicati”, ha protestato David Ermini, responsabile giustizia del Pd, sottolineando che il Partito democratico “non avallerebbe mai e poi mai provvedimenti che limitano il diritto all’informazione, come dimostra il testo che domani (oggi, ndr) discuteremo alla Camera”. Anche Walter Verini capogruppo Pd in commissione giustizia ha parlato di “allarmi ingiustificati” facendo presente che la contestata norma Pagano (dal nome del deputato Ncd), che prevede la reclusione da 6 mesi a 4 anni per “chiunque diffonda, al fine di recare danno alla reputazione o all’immagine altrui, riprese o registrazioni di conversazioni svolte in sua presenza e fraudolentemente effettuate”, sarebbe stata superata tempestivamente dall’emendamento Ermini-Verini che esclude la punibilità per chi “registra” per diritto di cronaca e di difesa (una norma salva-cronisti che mette così al riparo le Iene, Striscia e il giornalismo d’inchiesta).